(AdnKronos) – di Tommaso Gallavotti In Belgio “sono tornati” dalla Siria e dall’Iraq “molti” foreign fighters. A Bruxelles e a Liegi ci sono ritorni dallo Stato Islamico “praticamente ogni settimana”. I reduci fanno proselitismo, cosa che è “molto pericolosa”. E sono “pronti” a colpire di nuovo, se riceveranno “l’ordine” di farlo. A dirlo all’Adnkronos è Redouane Ahrouch, fondatore del Parti Islam, un piccolo partito islamico belga, con una presenza concentrata nelle municipalità a densa presenza musulmana di Bruxelles, come Molenbeek.
“Ce ne sono molti che sono tornati – spiega Ahrouch, che è stato consigliere comunale ad Anderlecht e che conosce molto bene la sua comunità – certo che sono pericolosi. Possono colpire in tutta Europa: naturalmente il Belgio è la capitale dell’Europa e del mondo occidentale, dunque per loro colpire Bruxelles andrebbe bene”. Per Ahrouch, “sono persone che, invece di essere sorvegliate, vengono protette: queste sono persone che tornano dal Daesh, hanno lavorato per lo Stato Islamico“.
I miliziani che tornano in Belgio “dall’Iraq e dalla Siria – continua Ahrouch – sono pericolosi: sanno maneggiare le armi e sono pronti a obbedire agli ordini. Il campo di applicazione non è il Medio Oriente, ma il mondo intero: se domani ricevono l’ordine di commettere un attentato o di assassinare qualcuno, sono pronti. Penso che almeno bisognerebbe sorvegliarli, non lasciarli liberi di frequentare le moschee e di corrompere i giovani”.
A Bruxelles e a Liegi, prosegue Ahrouch, “praticamente ogni settimana ci sono degli arrivi”. “Non lo raccontano certo ai media: ci sono persone che riappaiono, dopo essere sparite per anni, e si sa dove sono state: se si dice che Mehdi è tornato, si sa da dove è tornato. La gente del quartiere sa benissimo che è tornato dalla Siria”. Chi ritorna dalla Siria, secondo Ahrouch, “ha diritto a tutti i vantaggi: a un alloggio, a un allocazione di sopravvivenza, circa mille euro. Le persone che escono di prigione in genere non hanno nulla, ma purtroppo questi terroristi che tornano hanno tutto. Hanno carta bianca e hanno accesso a vantaggi ai quali noi non abbiamo accesso“. Ahrouch, che è belga, è molto critico nei confronti delle politiche Ue sulle migrazioni, che giudica troppo lassiste: “L’Europa – dice – dovrebbe cambiare e avere una politica di controllo sui richiedenti asilo”.
Per il fondatore del Parti Islam, “il fatto stesso” che i foreign fighters siano tornati dallo Stato Islamico “crea dell’euforia per i nuovi candidati. Quando ne vedono tornare uno, è come se fosse tornato dal Vietnam: è partito, ha fatto la guerra ed è tornato vivo. Sono partiti in missione“, e ai giovani dei quartieri più poveri appaiono come “degli eroi”. Il fatto che i foreign fighters “tornino, che abbiano accesso a tutte le libertà e che parlino alle persone – secondo Ahrouch – è molto pericoloso”. Perché, ragiona, “è un incoraggiamento: anche se magari non hanno fatto tutto quello che dicono, raccontano di aver ucciso 200 persone, ‘ho fatto questo e quell’altro, ecco le foto delle esecuzioni, delle decapitazioni’….e allora i giovani: ‘Uuh, tu sei un uomo, come hai fatto, anch’io ci voglio andare…'”. “Noi del Parti Islam – prosegue – siamo per la pace, per rispettare i cristiani. Io amo il mio Paese, che è il Belgio, e mi dispiace vedere che, invece di integrare i musulmani nella sua società, fa di tutto per non integrarli.
Ogni anno arriva una nuova onda migratoria che perturba l’integrazione: ora è troppo, è esagerato. C’è troppa pressione dall’esterno, troppa gente che arriva da fuori: arrivano libanesi, iracheni…sta diventando molto destabilizzante, perché tutte le sette del mondo stanno venendo a Bruxelles. E questo crea una bomba Molotov incredibile”. Nella capitale belga, spiega Ahrouch, “ci sono sunniti, sciiti, drusi, dei pro Assad, degli anti Assad, dei pro iraniani e degli anti iraniani….portano i loro problemi qui da noi, che siamo qui da trent’anni. Avevamo un Islam belga, sano: prima c’erano solo moschee turche e marocchine. Ora ci sono moschee afghane, irachene, iraniane: ogni moschea predica la sua religione. Abbiamo molti Islam differenti: dopo – prevede infine – faranno la guerra civile, come in Libano. A Bruxelles, che è il cuore del Belgio”.