I romani sono insorti contro i rom. Non li vogliono sotto le proprie case perché hanno il timore di essere derubati. Difficile dargli torto, anche se deploriamo le loro reazioni violente. Però quale altra forma avrebbero a disposizione per protestare? Andare lancia in resta sugli zingari non è elegante, ma tenerseli tra i piedi è ancor meno piacevole. Infatti nessuno ha mai capito come essi campino visto che non lavorano, forse non trovano un posto e forse non lo cercano nemmeno.
Preferiscono probabilmente vivere di espedienti, e non è un mistero che si distinguano da sempre per una specialità in cui sono maestri: il furto con destrezza, “arte” che imparano fin da bambini, dato che il minore colto in flagranza di reato non subisce conseguenze di tipo giudiziario. Non è lecito dire che tutti gli zigani siano malfattori incalliti, tuttavia non si può neppure affermare che essi siano affidabili sotto il profilo della buona condotta. Cosicché i romani per la presenza di varie tribù davanti alle loro abitazioni è normale siano fuori di testa. Temono di essere depredati da gente che non brilla per correttezza. Hanno ragione, ripeto. Ci sembra strano che i nomadi siano autorizzati a occupare il suolo pubblico.
Sarebbe meglio che continuassero a risiedere nei campi assegnatigli dal Comune onde evitare una contaminazione dalla quale vi è il rischio scaturiscano frizioni sociali complicate da gestire in modo pacifico. In sostanza i cittadini della capitale che respingono i rom dai propri quartieri, sapendo le abitudini disoneste di costoro, esercitano il diritto alla legittima difesa. Stare gomito a gomito con chi è dedito alle grassazioni non è rassicurante.
Non è il caso di parlare di razzismo, qui si tratta di evitare l’assalto di furfanti vocazionali e professionali. Al sindaco Raggi l’arduo compito di escogitare una soluzione.
di Vittorio Feltri – – 4 Aprile 2019, liberoquotidiano.it