Flat tax – Su Twitter botta e risposta tra Claudio Borghi e Armando Manocchia
Scrive Claudio Borghi (Lega) su Twitter: “Ma che risate leggere i giornali che attribuiscono come nostre intenzioni quello che LORO vorrebbero che noi facessimo (per schiantarci), cioè arretrare, tassare, tagliare. No cari, noi andremo avanti e questo sarà l’anno della flat tax.”
Risponde Armando Manocchia: “con tutto il bene che voglio alla Lega, se la flat tax non viene fatta entro il 24 maggio, non solo non avrete più neanche il mio voto, insieme a quello dei tanti che vi hanno permesso di essere al governo soprattutto grazie ad essa, ma avrete anche un avversario in più”.
Borghi ribatte: “Ah ok, mi spiace ma dovremo fare a meno del suo voto, la faremo nella prossima legge di bilancio.”
Manocchia: “Hai fatto bene a dirmelo. Abbiamo votato un altro ufficio complicazioni degli affari semplici. Era la prima cosa da fare e non importava al 15%, andava bene anche il 30%, per ridare fiato all’economia e soldi alla gente, ma per quello che vi è costata, potevate dire di tutto e di più”
Borghi: “Guardi che al momento l’aliquota media effettiva pagata è il 19%. Se avessi messo il 30% mi avrebbero inseguito con i forconi, ma soprattutto per cambiare un sistema fiscale ci vuole tempo, non potevamo assolutamente farlo tutto e subito”
Manocchia: “Non vorrei che diventasse stucchevole una semplice critica. Sai bene che parlo di tasse dirette e indirette che ammontano al 65%, e non dell’aliquota media effettiva. Se dopo venti anni che sostengo la Lega non mi posso permettere nemmeno di fare una critica, viva il comunismo!”
Borghi: “Guardi che lei può criticare quanto vuole e io le sto rispondendo. Ha mai visto qualcuno di altri partiti fare lo stesso?”
Manocchia: “Sì Claudio. Con me sì, rispondono tutti. Si chiama rispetto e non è un regalo.”