di Euronews – Sono 113 milioni le persone a rischio povertà ed esclusione sociale in Europa. Tra questi c’è Jose e Eeva-Marie che sono a Bruxelles per testimoniare la loro condizione davanti al Parlamento europeo.
“Vivevo in Costa Rica e sono dovuto tornare in Spagna urgentemente perché mio fratello era malato ed è morto quando sono arrivato- racconta José-. Ho dovuto aspettare un anno di permanenza in Spagna per poter iniziare a chiedere aiuti sociale. Ora ci sono più lavoratori poveri, ossia persone che lavorano e hanno uno stipendio ma non arrivano a fine mese”.
I lavoratori rappresentano già il 9,6% delle persone a rischio di povertà, circa 32 milioni di persone nell’UE.
Per Eeva-Maria, ricercatrice universitaria con un lavoro part-time, il problema è la crescente disuguaglianza. “In Finlandia, i ricchi ottengono sgravi fiscali e allo stesso tempo si riducono i benefici per i poveri. I miei amici e parenti mi hanno aiutato, in modo da evitare problemi finanziari più gravi”.
Il Network europeo per la lotta alla povertà ha presentato il suo Rapporto sulla povertà per il 2018. Tra le ragioni che portano alla povertà, le organizzazioni menzionano gli stipendi più bassi, i contratti precari, i prezzi più alti per l’energia. il cibo e la salute.
Sian Jones, coordinatrice del network europeo afferma che “al momento l’Europa sembra funzionare a favore dei mercati, ma non per le persone, abbiamo bisogno di giustizia fiscale, di sistemi di redistribuzione adeguati che assicurino la possibilità di creare posti di lavoro”.
La povertà nell’UE è ancora del 4% più alta rispetto alla crisi del 2008.