ROMA, 30 DIC – “Diciassette persone soccorse provenienti da sette diverse nazioni africane. Per loro chiediamo un porto sicuro dove poter sbarcare”. E’ l’appello lanciato via twitter da SeaEye, ong tedesca, che ieri aveva segnalato di aver soccorso un’imbarcazione partita dalla Libia.
In un comunicato la ong spiega che i propri volontari si sono “opposti alla consegna delle persone soccorse alla Guardia costiera libica” (come ordinato dalla Germania, che considera Tripoli un porto sicuro, ndr) perché – a suo dire – avrebbe rappresentato una “violazione delle leggi internazionali“.
Nel resoconto si aggiunge che nel momento in cui è stato soccorso, il barchino rischiava di ribaltarsi. “Speriamo di ricevere supporto dal ministero degli Esteri tedesco nella ricerca di un porto sicuro”, aggiunge l’ong.
Da nove giorni anche la nave della ong SeaWatch è in mare in attesa dell’assegnazione di un porto sicuro. L’imbarcazione ha a bordo 32 persone, salvate in mare lo scorso 22 dicembre, di cui 4 donne, tre adolescenti e tre bimbi. ansa
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