di Armando Manocchia – Come abbiamo riportato in questo articolo, l’europarlamentare Kyenge (Pd) ha organizzato un’iniziativa di due giorni “per contrastare afrofobia e marginalizzazione delle iniziative degli afro-italiani. Viviamo un momento storico – dice – in cui il rispetto della nostra identità e dei nostri diritti sono costantemente messi a repentaglio“, sbandierando un fantomatico razzismo che, di fatto, nella popolazione, sostanzialmente non esiste.
La Kyenge, che ha cittadinanza italiana e dovrebbe sentirsi italiana a tutti gli effetti, continua invece a sentirsi africana, come lei stessa ha dichiarato (e questo le fa onore perché nessuno deve dimenticare le proprie origini, in nessun caso ed in qualunque luogo si trovi), in perenne contrasto con gli italiani che dovrebbe rappresentare. In Italia Cècile ha studiato, si è laureata in medicina, si è specializzata, ha sposato un italiano ed ha svolto la sua professione. Infine è entrata in politica, diventando prima ministro e successivamente europarlamentare. Francamente, non si capisce di quale afrofobia stia parlando, dal momento che lei stessa, la sua vita privata e la sua brillante carriera sono l’esatta negazione di quello che afferma.
Se fosse sincera, la Kyenge potrebbe dire soltanto: “L’Italia è una terra che offre opportunità a chiunque le sappia e le voglia cogliere“. Purtroppo, non fa altro che lagnarsi, malgrado sia scampata all’inferno di un Paese dilaniato da conflitti interni per il controllo dei territori ricchi di minerali, dove dilaga il jihadismo e dove, fra l’altro, la Polizia spara sui profughi.
Congo: polizia spara sui profughi che protestano, 36 morti
Congo: oltre 1.500 ragazzini addestrati al jihad, dilaga il fondamentalismo
Scontri etnici in Congo, 25 civili decapitati da miliziani Mai-Mai
ONU: in Congo violazioni dei diritti umani aumentate del 64%
Congo abbandonato a massacri e devastazioni, a cosa serve l’Onu?
Orrore in Congo, massacrati due funzionari Onu: decapitata la donna
Ascoltiamo questa testimonianza pubblicata da Medici senza Frontiere. Violenze Sessuali da parte di uomini armati hanno travolto la vita di donne, uomini e bambini nel Kasai Centrale, in Repubblica Democratica del Congo. Ogni giorno ascoltiamo testimoninanze scioccanti, come questa. “Tra maggio 2017 e settembre 2018, abbiamo curato 2.600 vittime di violenza sessuale nella città di Kananga, nella provincia del Kasai Centrale, in Repubblica Democratica del Congo. L’80% ha dichiarato di aver subito abusi sessuali da parte di uomini armati.”
#ViolenzeSessuali da parte di uomini armati hanno travolto la vita di donne, uomini e bambini nel Kasai Centrale, in Repubblica Democratica del Congo. Ogni giorno ascoltiamo testimoninanze scioccanti, come questa. https://t.co/bJyWEkJJSg pic.twitter.com/jMPO1Jz2Hc
— MediciSenzaFrontiere (@MSF_ITALIA) 6 novembre 2018
Ma non è tutto. Come riporta osservatoreromano.va, oltre tredici milioni di persone nella Repubblica Democratica del Congo (Rdc) soffrono la fame a causa del conflitto interno che dilania in particolare il centro e l’est del paese. L’allarme è stato lanciato dall’Ipc Global Support Unit, che fornisce dati a organizzazioni come World food programme, Oxfam e Care. Secondo lo studio, i bambini congolesi che soffrono di malnutrizione sono sei milioni. La situazione rischia di aggravarsi ulteriormente per il rientro di cittadini della Repubblica Democratica del Congo espulsi dal vicino Angola «Molte delle persone espulse hanno dichiarato di avere subito brutalità e gravi violazioni dei diritti umani da parte delle forze dell’ordine angolane», denunciano i vescovi nel loro comunicato.
Quale afrofobia, quali brutalità avrebbero subito gli africani in Italia, soprattutto considerando le atrocità a cui si abbandonano reciprocamente, tra connazionali, a casa loro? Quali discriminazioni? Perfino i terroristi, in Italia, hanno goduto di sussidi e case popolari! Ma la Kyenge ha idea di cosa stia succedendo in Africa o parla di un continente dal quale si è allontanata, per sua fortuna, dimenticandone i problemi o ignorandoli volutamente?
A chi giova questo vittimismo? A che serve dividere la popolazione tra africani e afrofobici (italiani), buoni e cattivi, vittime e aggressori? Non è forse questa una piu’ viscida ed elaborata forma di razzismo?
Armando Manocchia
In questa faccenda c’è un aspetto tragicomico.
“L’italiana” (???) adottata, proviene da un paese FRANCOFONO e fonda un’associazione AFRO-ITALIANA dandole un nome INGLESE !
😃🤣😆