La grande Moschea, altro esposto della Lega: “Ecco cosa abbiamo scoperto sulle donazioni”
C’è trasparenza sui fondi che sono serviti per pagare impresa, comune e progettisti per la nascita della seconda moschea – per dimensioni – in Italia, in corso di realizzazione a Umbertide? Gli eventuali donatori della comunità islamica sono anche gli stessi che, dichiarando poco o niente, usufruiscono del sistema welfare per libri di testo, trasporto, borse di lavoro e sostegno agli affitti? Fare chiarezza prima che la moschea – che ha spaccato in due la popolazione – diventi operativa, sta alla base del secondo esposto presentato dalla Lega a firma del capogruppo Mancini alla Procura dellla Repubblica per fare chiarezza su soldi, identità dei donatori e siurezza. Un esposto, come detto dal numero uno in regione della Lega, che vuole dare maggiore impulso all’altra fascicolo della Procura aperto sempre sul caso Moschea di Umbertide.
Il capogruppo della Lega, dopo aver effettuato una serie di controlli e visure atti, ha individuato una serie di elementi che devono essere, a suo giudizio, spiegati dierettamente dall’Imam che dirige l’associazione religiosa che finzanzia l’opera; lo stesso che ha firmato in Prefettura il protocollo per la sicurezza e trasparenza nei luoghi di culto islamici. Per Mancini:
“Non vengono specificati i nomi dei singoli donatori. E questo è fondamentale per capire da dove arrivano i fondi. Altro aspetto anomalo: negli ultimi anni nei due conti correnti in favore dell’associazione non c’è traccia di pagamenti differenti, tutto è finalizzato al cantiere, non c’è nessun pagamento per altre attività degli associati. Zero tracciabilità bancaria”.
Che vuol dire zero tracciabilità bancaria: le donazioni non vengono fatte da un singolo individuio, società o fondo tramite bonifico, ma l’Imam versa direttamente il totale in banca (anche 4 volte a settimana, anche due volte in un giorno).
“I versamenti diventano compulsivi – ha continuato Mancini – nel momento in cui ci sono le scadenze, quando bisogna pagare scattano immediate le risorse, nel resto delle altre settimana invece vanno scemando. Abbiamo potuto vedere a monitor fino al 2017. Da un calcolo che ho fatto siamo arrivati a 500mila donazioni“.
Tanti soldi seppur per associazione numeroso come quella islamica. In tempi di grande difficoltà, di grande crisi economica. In più a far insospettire sulla trasparenza delle donazioni c’è un aspetto sociale: ad Umbertide parte del welfare anti-povertà e il sostegno per l’affitto – sempre secondo Mancini – va in soccorso di famiglie islamiche presunte povere.
“Ecco un altro aspetto del mio esposto” ha concluso Mancini della Lega
“Avere i nomi dei donatori con la relativa somma destinata alla moschea permetterebbe anche di incrociare i dati con le persone gestite dai servizi sociali. In questa maniera si potrebbe scoprire furbetti a cui si destinano soldi o servizi gratuiti non conformi al vero reddito che potrebbe essere stato nascosto agli uffici comunali”.
La Lega si sta battendo sulla trasparenza – su richiesta di molti cittadini di Umbertide preoccupati – sulla nascente Moschea non per un pregiudizio ma “in nome della legalità e della sicurezza”. “Non dimentichiamoci che in Altotevere ci sono state importanti espulsioni anche di imam che predicavano l’odio e inneggiavano allo Stato Islamico. Non possiamo far finta di niente e prendere tutto a cuor leggero. Se poi risulterà tutto perfetto, tutto legale allora alzeremo le mani sulla moschea. Ma fino ad allora chiediamo legalità, trasparenza e controlli“. Mancini ha inviato tutte le carte anche al Ministro dell’Interno Matteo Salvini che quando vestiva i panni di segretario nazionale della Lega aveva svolto diversi sopralluoghi.