Intercettazioni sindaco Riace: “Io sono un fuorilegge”. Matrimoni fasulli per far rimanere in Italia i clandestini

Le carte dell’inchiesta che TiscaliNews ha potuto visionare raccontano uno spaccato diverso del “modello Riace”. Sarebbero particolarmente allarmanti – secondo gli inquirenti – non solo la lunga serie di irregolarità amministrative e di illeciti penalmente rilevanti che avrebbero costellato la realizzazione del sistema di accoglienza ma anche e soprattutto l’estrema naturalezza con la quale Lucano e la sua compagna avrebbero trasgredito norme civili, amministrative e penali

di Claudio Cordova

Avrebbe anche organizzato matrimoni “di comodo” tra gli abitanti del suo comune e donne straniere, al fine di favorire illecitamente la permanenza di queste ultime nel territorio italiano. Esplode come una bomba la notizia dell’arresto di Domenico Lucano, sindaco di Riace, borgo della Locride divenuto famoso proprio per il modello di accoglienza ideato dal sindaco, oggi posto agli arresti domiciliari dalla Guardia di Finanza, che ha eseguito l’ordinanza disposta dal Gip di Locri, dopo le indagini della Procura retta da Luigi D’Alessio.

Matrimoni fittizi fra italiani e migranti

Quello dei matrimoni fittizi sarebbe solo uno degli espedienti, tanto semplici quanto efficaci, che, secondo la Procura, Lucano avrebbe messo in atto insieme alla compagna, per aggirare la disciplina prevista dalle norme nazionali per ottenere l’ingresso in Italia: al primo cittadino, viene infatti contestato il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. “Xenia” il nome dell’operazione che oltre al provvedimento nei confronti di Lucano, porta anche al divieto di dimora per la sua compagna, Tesfahun Lemlem. Sarebbero particolarmente allarmanti – secondo gli inquirenti – non solo la lunga serie di irregolarità amministrative e di illeciti penalmente rilevanti che avrebbero costellato la realizzazione del “Modello Riace”, ma anche e soprattutto l’estrema naturalezza con la quale Lucano e la sua compagna avrebbero trasgredito norme civili, amministrative e penali.

Come è partita l’indagine

L’indagine è stata avviata dalla Procura di Locri sulla gestione dei finanziamenti erogati dal Ministero dell’Interno e dalla Prefettura di Reggio Calabria al Comune di Riace, per l’accoglienza dei rifugiati e dei richiedenti asilo politico. Un’inchiesta che si è protratta per diversi mesi, non senza polemiche: a causa dell’indagine della magistratura, infatti, la RAI ha deciso alcune settimane fa di bloccare la fiction girata a Riace, in cui Beppe Fiorello avrebbe dovuto interpretare proprio Lucano.

Il crollo del modello Riace

Potrebbe crollare così il “Modello Riace”, divenuto famoso nel mondo, anche se da più parti si sollevano già urla di indignazione e manifestazioni di solidarietà. Nel 2016 Lucano era stato inserito dalla rivista americana “Fortune” tra i più grandi leader mondiali per quel “miracolo” di accoglienza noto col nome di “modello Riace”. Era il punto più alto della storia di Lucano e di Riace, borgo della Locride fino a quel momento famoso per il ritrovamento delle due statue di bronzo, custodite nel Museo di Reggio Calabria. Poi, però, le indagini. Il sistema d’accoglienza messo in piedi dal sindaco, infatti, è stato oggetto di due relazioni prefettizie, nel dicembre 2016 e nel gennaio 2017. La prima riferisce di anomalie, e fa scattare l’indagine della magistratura. La seconda loda il modello d’integrazione, che avrebbe di fatto salvato il morente borgo, grazie a una contaminazione di culture e al recupero dei vecchi mestieri artigianali.

Le intercettazioni: il sindaco agli arresti domiciliari

Nel corso dell’attività di indagine sarebbe emersa la “particolare spregiudicatezza” del Sindaco Lucano, nonostante il ruolo istituzionale rivestito. Gli inquirenti definiscono “particolarmente significativi” i dialoghi intercettati dalla Guardia di Finanza, ad esempio, in merito all’illecita organizzazione del matrimonio di una cittadina straniera cui era già stato negato – per ben tre volte – il permesso di soggiorno, in cui Lucano: “…se ne deve andare, se ha avuto per tre volte il diniego … ecco perché non lo rinnovano più. Ti spiego dal punto di vista dei documenti lei non può stare … mica dipende da … questo purtroppo, dico purtroppo perché io non sono d’accordo con questo decreto, come documenti lei non ha diritto di stare in Italia, se la vedono i carabinieri la rinchiudono … perché non ha i documenti, non ha niente … da un punto di vista umano ovviamente le possibilità che ha a Riace di non avere problemi sono più alte, si confonde in mezzo a tutti, però lei i documenti difficilmente ce li avrà, perché ha fatto già tre volte la commissione, ecco perché non rinnovano il permesso di soggiorno, se lei va alla Questura di Siderno se parla di documenti … io la carta d’identità gliela faccio … io sono un fuorilegge, sono un fuorilegge, perché per fare la carta d’identità io dovrei avere un permesso di soggiorno in corso di validità … in più lei deve dimostrare che abita a Riace, che ha una dimora a Riace, allora io dico così, non mando neanche i vigili, mi assumo io la responsabilità e gli dico va bene, sono responsabile dei vigili … la carta d’identità tre fotografie, all’ufficio anagrafe, la iscriviamo subito …” O anche: “…allora, io fino ad ora la carta d’identità l’ho fatta così, li faccio immediatamente, perché sono responsabile dell’ufficio anagrafe e stato civile, come sindaco. L’impiegato che c’era prima è andato in pensione, sotto i 3.000 abitanti l’ho assunta io questa delega, quindi ho doppia valenza diciamo, sia come sindaco e soprattutto come responsabile dell’ufficio … proprio per disattendere queste leggi balorde vado contro la legge però non è che le serve molto che ha la carta d’identità”. Dalle intercettazioni, emergerebbe come il sistema dei matrimoni fosse piuttosto diffuso: “…allora guarda qua, non andare avanti, analizziamo la sua situazione sul piano giuridico. Oggi lei è una diniegata per tre volte, lei non può fare più una commissione, non è più una ricorrente, se è come dice lei che è stata diniegata per tre volte non c’è una quarta possibilità, lei ha solo la possibilità di ritornare in Nigeria però … fammi andare avanti … sai qual è secondo me l’unica strada percorribile, volendo spremere le meningi, che lei si sposa! come ha fatto Stella … Stella si è sposata con Nazareno, io sono responsabile dell’ufficio anagrafe, il matrimonio te lo faccio immediatamente … con un cittadino italiano … guarda come funziona Daniela, se lei … però dobbiamo trovare un uomo che è libero come stato civile … divorziato si … se lei si sposa a noi deve portare soltanto come richiedente asilo … almeno io non sto là a guardare se i suoi documenti sono a posto, mi fa un atto notorio dove dice che è libera di poter contrarre matrimonio e siccome è una richiedente asilo non vado ad esaminare i suoi documenti perché ovviamente uno che è in fuga dalle guerre non ha documenti con lei e mi basta una sua dichiarazione, un atto notorio … dovremmo chiedere all’ambasciata ma mi basta un’autocertificazione dove mi dice che lei è libera. Quello che invece è italiano che si vuole sposare con lei deve portare i documenti che è libero per sposarsi. Se succede questo in un giorno li sposiamo. poi dopo mi chiede al comune il certificato di matrimonio … va alla questura di Siderno e chiede un permesso di soggiorno per motivi familiari perché si è sposata in Italia con cittadino italiano e non gli deve portare niente … solo il certificato di matrimonio … in quel modo, dopo che lei ha il permesso di soggiorno per motivi familiari, i tre dinieghi non hanno nessun valore è subentrata un’altra situazione civile … non solo, dopo un po’ di tempo prende anche la cittadinanza italiana”.

Ombre sulla raccolta dei rifiuti

A Lucano viene inoltre contestato il fraudolento affidamento diretto del servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti della cittadina della Locride, così impedendo l’effettuazione delle necessarie procedure di gara previste dal Codice dei contratti pubblici e favorendo invece due cooperative sociali, la “Ecoriace” e L’Aquilone”, che non erano in possesso dei requisiti di legge richiesti per l’ottenimento del servizio pubblico, poiché non iscritte nell’apposito albo regionale previsto dalla normativa di settore. Luano avrebbe così costituito un albo comunale delle cooperative sociali cui poter affidare direttamente, secondo il sistema agevolato previsto dalle norme, lo svolgimento di servizi pubblici. Un’attività, quella della raccolta dei rifiuti, espletata dall’ottobre 2012 all’aprile 2016, che avrebbe conferito alle due cooperative un ingiusto vantaggio patrimoniale di circa un milione di euro.

I soldi pubblici per l’accoglienza dei migranti

Le indagini hanno riguardato numerosi e diversificati profili relativi alla gestione dei rilevanti flussi di denaro pubblico destinati alla gestione dell’accoglienza dei migranti nel Comune di Riace, che per la Procura nasconderebbero diverse irregolarità anche in merito ad altre e diverse procedure di affidamento diretto alle associazioni operanti nel settore dell’accoglienza, alla irregolare rendicontazione dei criteri riguardanti la lungo permanenza dei rifugiati, all’utilizzo di fatture false tramite le quali venivano attestati fraudolentemente costi gonfiati e/o fittizi, al prelevamento, dai conti accesi ed esclusivamente dedicati alla gestione dell’accoglienza dei migranti, di ingentissime somme di denaro cui è stata impressa una difforme destinazione, atteso che di tali somme non vi è riscontro in termini di corrispondenti finalità. Sul punto, però, il Gip ha respinto le contestazioni: la Procura di Locri, però, valuta un appello al Tribunale della Libertà.