Per favorire i Benetton Delrio fece deferire l’Italia alla Corte UE

 

Sabrina Biraghi per  “la Verità”

Concessioni autostradali al centro della polemica politica tra chi è pronto a revocarle (il premier Conte e il vice premier Di Maio) e chi invece preferisce la mediazione trattando maxi risarcimenti (l’ altro vicepremier Salvini).

Protagonista resta comunque Benetton Group, che attraverso Atlantia controlla Autostrade per l’ Italia gestendo, dei circa 7.000 chilometri di autostrade italiane, oltre 3.000 km mentre il diretto concorrente (Gruppo Gavio) gestisce «soltanto» 1.200 km. In totale il 70% della rete. Una gestione quella della dinasty veneta che evidenzia anche il legame con la politica, sia di destra sia di sinistra, che si traduce con i rinnovi delle concessioni attraverso proroghe che se ne infischiano delle gare d’ appalto.

E, di conseguenza, della concorrenza imposta dall’ Europa. Esemplare il caso della Civitavecchia-Livorno finita nel mirino di Bruxelles. Un anno fa l’ Italia è stata deferita alla Corte di giustizia per non avere messo a gara la realizzazione dei lavori della tratta costiera, prorogando la concessione alla Società autostrada Tirrenica Spa, partecipata al 99% dall’ Atlantia dei Benetton.

L’ infrazione riguarda la proroga di 18 anni della concessione senza bando di gara alla Società Autostrada Tirrenica (Sat) sulla A12 Livorno-Civitavecchia. La Commissione Ue aveva inviato l’ ultimo avvertimento al nostro Paese, con un parere motivato, a ottobre 2014, sul mancato rispetto delle norme sugli appalti pubblici.

Dopo un anno di trattative, lo scorso 27 aprile 2018, il Commissario alla Concorrenza Margrethe Vestager, è arrivata ad accettare un compromesso: ok alla proroga senza gara in cambio di 8,5 miliardi di investimenti delle concessionarie italiane.

L’ allora ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, parlò di «un accordo definitivo su tutto il sistema delle concessioni autostradali che sbloccherà circa 10 miliardi di investimenti». Dirette interessate al piano, accolto in base alle norme dell’ Ue sugli aiuti di Stato, la proroga delle due concessioni detenute da Autostrade per l’ Italia (Benetton) e da Società Iniziative Autostradali e Servizi (Gavio).

Conviene ricordare che a gestire oltre 1.000 chilometri di autostrade italiane c’ è anche l’ Anas, mentre per gli altri 6.000 circa ci pensano 26 concessionarie minori o società controllate da enti pubblici.

Andando un po’ indietro, la prima concessione ai Benetton risale al 1969, originariamente accordata per un periodo di 30 anni fino al 1999. Fu l’ Anas ad affidare a Sat (il cui controllo era stato acquistato dalla famiglia di Ponzano Veneto per 84 milioni) la concessione sull’ Aurelia per la costruzione dell’ autostrada.

Da allora la concessione è stata prorogata due volte, rispettivamente fino al 2028 e al 2046, senza alcuna procedura competitiva. Secondo le norme Ue, però, una proroga così lunga equivale a una nuova concessione, quindi non è in linea col diritto Ue.

Insomma dell’ accordo storico, «frutto di un lavoro di 15-16 mesi», non si sono certo visti gli investimenti ipotizzati: nel il valore degli investimenti è stato di 1.064 milioni di euro, il 20% in meno rispetto all’ anno precedente mentre i costi della manutenzione sono calati del 7%.

Eppure nel 2016 – secondo i dati del ministero dei Trasporti – i concessionari italiani hanno incassato 6,9 miliardi. Il loro utile netto è stato di 1,11, ma Autostrade per l’ Italia è andata anche meglio: 3,1 miliardi incassati, 624 milioni l’ utile pagate le tasse, cioè un bel 20%. Grazie ai pedaggi aumentati in 10 anni del 20%.

Nel rinnovo delle concessioni per Benetton oltre ai lavori della Livorno-Civitavecchia c’ erano anche quelli della Gronda di Genova. Oggi più che mai indispensabili.