Colpo di scena nell’articolazione del potere interno della Commissione europea: con una conferenza stampa convocata a sorpresa, stamattina a Bruxelles, il presidente dell’Esecutivo comunitario, Jean-Claude Juncker, ha annunciato la nomina del suo potentissimo capo di gabinetto, il tedesco Martin Selmayr, a segretario generale dell’istituzione, a partire dal primo marzo, al posto dell’olandese Alexander Italianer, che ha deciso di dimettersi per andare in pensione anticipatamente, dopo 32 anni di servizio.
Italianer, che era segretario generale solo dal settembre 2015, si era distinto per essere un “uomo-ombra” dello stesso Selmayr. In realtà, non si tratta di una rivoluzione di palazzo, ma, al contrario, di una mossa che cristallizza i rapporti di potere interni, garantendo in più Selmayr da una eventuale, e probabile, perdita del controllo ipercentralizzato della “macchina” della Commissione dopo la fine del mandato di Juncker, l’anno prossimo.
Fedele sostenitore del progetto dell’Unione europea, altrimenti nota come Reich, il tedesco ha ora la garanzia di restare ai comandi dell’apparato tecnico della Commissione ben al di là del prossimo mandato, chiunque sia il nuovo presidente.
“È un esperto in operazioni clandestine, disinformazione, propaganda e inganno del più alto ordine “, ha rivelato alla BBC un lavoratore spaventato di Bruxelles.
Selmayr, bavarese e di area Ppe, è temutissimo all’interno della Commissione, persino da molti commissari europei, e ha sempre potuto contare sulla piena e totale fiducia di Juncker. I corrispondenti della stampa internazionale a Bruxelles lo descrivono come il Rasputin di Juncker: machiavellico, accentratore, esigentissimo e molto duro nei confronti dei collaboratori, ma anche estremamente efficiente.Da notare anche l’aumento del peso dei tedeschi nei posti “tecnici” chiave delle istituzioni Ue, considerando in particolare che tedesco (e sempre di area Ppe) è anche il segretario del Parlamento, Klaus Welle. (con fonte askanews)