“Il Paese sta meglio rispetto all’inizio della legislatura. Tutti gli indici sono migliorati: crescita (30% degli italiani ridotto in povertà, ndr), lavoro, finanza pubblica, occupazione – siamo ai livelli massimi di occupati (quasi tutti precari, ndr) – stato di fiducia”, racconta il ministro dell’Economia in un’intervista al Corriere della Sera, dicendosi pronto a dare ancora il suo contributo.
E, in una situazione di incertezza Padoan non escluderebbe un governo Pd-Forza Italia. “C’è un’agenda di riforme da implementare, da introdurre, da valutare”, sottolinea. “Oggi non cresciamo ancora abbastanza velocemente, ma – e qui faccio una mia personale previsione – la velocità di crociera aumenterà”. “Nella ripresa ci sono elementi strutturali“, aggiunge. Quanto al rapporto con Renzi, dice, è stato “molto interessante, faticoso, stimolante. Sempre dialettico. In alcuni casi il governo prese decisioni che io avrei preso in modo diverso”.
“Io avrei tagliato prima le tasse alle imprese, in modo che assumessero. Ma Renzi disse: no, siamo in una fase recessiva, dobbiamo sostenere le famiglie; e impose gli 80 euro. Devo riconoscere che aveva ragione lui”. E in Europa “il suo battere i pugni sul tavolo era sostenuto dalla credibilità”.
Il ministro infine racconta anche un aneddoto su D’Alema: “Una delle persone che mi telefono’ per convincermi ad accettare questo incarico fu lui. Non so se si è pentito”. tgcom24.mediaset.it