La farsa dell’alternanza scuola-lavoro: studenti mandati a spalare letame

Spalare letame dalle stalle dei bovini è un lavoro come tanti, ma c’è da chiedersi quale attinenza vi sia tra questo compito e la ben diversa mansione del mungere le mucche in un percorso formativo di Alternanza scuola-lavoro (ASL). Evidentemente nessuna. Nonostante ciò uno studente di un istituto superiore di Castelfranco Veneto, impegnato nei progetti di ASL – che attraverso percorsi formativi adeguati dovrebbero avere come obiettivo quello di preparare i giovani all’ingresso nel mondo del lavoro – si è ritrovato a fare qualcosa che, al massimo, può essere definito lavoro di manovalanza non specializzata a costo zero. Lo stage in azienda doveva dare al ragazzo degli strumenti fondamentali per il suo futuro lavorativo. Il progetto iniziale era infatti quello di apprendere un mestiere, attraverso un progetto di Alternanza scuola lavoro, in una azienda agricola a produzione 4.0. La realtà dei fatti è stata ben altra: forca e badile in mano e montagne di letame da spalare ininterrottamente per circa 7 ore al giorno.

Niente mungitura 4.0

“Dalle otto del mattino fino a mezzogiorno dovevo pulire con acqua e badile le stalle delle mucche – racconta il diciassettenne di Vedelago sulle pagine della Tribuna di Treviso -. Poi, dalle 16 alle 19, toccava spalare il letame di tutta la stalla”. Nessuno, nonostante i contributi statali a fondo perduto siano stati puntualmente incassati, si è mai preso la briga di mostrargli i segreti del mestiere del mungitore moderno. Eppure l’obiettivo dell’alternanza scuola-lavoro dovrebbe esser proprio quello di avvicinare gli studenti a un’occupazione, mettendo in contatto – con un rapporto più stretto e proficuo – due mondi ancora troppo distanti: quello della formazione e quello del lavoro, a vantaggio naturalmente del sistema economico del territorio.

Interrogazione al Governo

Il caso è stato portato in Parlamento. Senatori e senatrici di Sinistra Italiana hanno presentato un’interrogazione al Governo, così che si adoperi per far luce sulla vicenda che potrebbe non esser un caso isolato ma un fenomeno più diffuso di quanto ci si possa aspettare. Nel mirino dell’interrogazione è finito l’istituto superiore di Castelfranco Veneto che aveva organizzato il progetto e il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca. I parlamentari di SI vogliono sapere se il Miur ritenga corretto questo utilizzo degli studenti nell’ambito dell’alternanza scuola-lavoro e quali iniziative di carattere ispettivo il Miur abbia attivato immediatamente – o intenda attivare – per individuare i responsabili di questo imbarazzante episodio.

Manovalanza a costo zero grazie ai fondi statali

Inutile dire che molte responsabilità le hanno anche l’azienda agricola e i vertici dell’istituto scolastico. Quello studente, che sognava di apprendere i nuovi metodi di mungitura delle mucche, avvicinandosi ai sistemi robotizzati, per ora non ha avuto una vera chance per crescere e formarsi. Il ragazzo, da questa esperienza, avrebbe potuto e dovuto arricchirsi, ma sorge il dubbio che l’unica ad aver tratto beneficio dagli incentivi statali sia stata la sola azienda agricola.

di Roberto Zonca  –  – notizie.tiscali.it