Lotta per la vita o la morte dell’Europa. “L’Europa sarà cristiana o non ci sarà!”
L’Ungheria da’ l’esempio all’Europa
L’Ungheria è molto generosa nell’accogliere i cristiani perseguitati ma lo scopo non è svuotare l’Oriente Cristiano.
Secondo il Vice Primo Ministro Zsolt Semjén, l’Ungheria, in quanto uno stato con identità e legami cristiani nella sua storia, nella sua cultura e nelle sue tradizioni, ha un obbligo naturale di prendersi cura e di aiutare i cristiani perseguitati.
Zsolt Semjén alla conferenza stampa dell’ultimo giorno della Conferenza Internazionale sulla Persecuzione dei Cristiani organizzata a Budapest ha dichiarato: è evidente che sussiste una persecuzione cristiana nei nostri giorni. Su cinque perseguitati per motivi religiosi, quattro sono cristiani e il fenomeno si osserva circa in 100 paesi.
L’Ungheria è molto generosa nell’accogliere i cristiani perseguitati ma lo scopo non è svuotare l’Oriente Cristiano. La soluzione non è far stabilire tutti i cristiani in Europa o negli Stati Uniti, ma bisogna aiutarli in modo che possano preservare le loro posizioni cristiane nelle loro terre ancestrali, nelle antiche aree del cristianesimo. È importante che vengano via solo quelli che non possono proprio restare perché sono in una posizione impossibile o in pericolo di vita – ha detto Zsolt Semjén.
Il Vice Capo dello Stato ha anche sollecitato che all’Aia venissero finalmente portati alla giustizia gli islamisti che hanno commesso il genocidio anti-cristiano.
Zsolt Semjén ha menzionato che la versione “light” ma non innocua della persecuzione cristiana è quella che si sta svolgendo nell’Unione Europea, quindi la distruzione e il tradimento consapevoli della civilizzazione cristiana. Questo rende possibile che l’islam entri così facilmente in Europa come un “coltello entra nel burro”. L’identità cristiana europea si è screpolata grazie agli artifici anticristiani – ha valutato il Vice Primo Ministro che ne ha identificato come segno visibile il fatto che i forum europei non sono disponibili a dichiarare nonostante i fatti evidenti che esiste una persecuzione cristiana. Invece parlano solo di diritti umani e di possibili afflizioni religiose.
Riguardo all’aiuto dell’Ungheria ha spiegato: le circostanze hanno costretto che ogni cosa avesse una forma istituzionale, per questo è stata fondata la Vice Segreteria di Stato all’interno del Ministero delle Risorse Umane responsabile per aiutare i cristiani perseguitati. Ha menzionato anche il fatto che nell’UE avevano il parere che questi compiti potessero essere svolti anche da un’organizzazione dei diritti umani non governativa al di fuori dello stato.
Ha raccontato che avevano riscostruito dei villaggi, degli ospedali e delle scuole, inoltre che avevano curato i feriti dell’esplosione in Egitto nel dicembre 2016 e che avevano aiutato anche le famiglie dei cristiani copti decapitati dallo Stato Islamico. Mobilizzano delle grandi somme e cercano di dare un sostegno personalizzato – ha spiegato.
Alla domanda su quante famiglie copte hanno accolto, Zsolt Semjén ha risposto che erano molto di più di mille i permessi rilasciati. Ha chiesto ai rappresentanti della stampa di avere empatia nei confronti dei perseguitati e di trattare la questione con sensibilità. Di queste persone i servizi segreti dei paesi da dove sono scappati possono raccogliere dei dati, e per questo loro e le loro famiglie possono essere in pericolo – ha detto.
Károly Kempf
fonte: https://windofchange.blogstar.hu