ANALISI DEL CASO
di Gianmarco Landi
Colpiscine uno per educarne 100 è una frase attribuita a Mao Tse Tung, leader Comunista della Repubblica popolare cinese, noto per il ricorso alla repressione a scopo rieducativo. La frase fu ripresa in Italia come slogan dalle Brigate Rosse che negli anni 70 concepirono di attaccare persone rappresentative di una qualche istituzione per il fine di sconcertare e terrorizzare i cardini della Repubblica italiana.
Ma cosa c’entra questa metodologia di violenza del potere con la vicenda dei due carabinieri appartenenti ad un’istituzione come la Beneamata semmai sempre situata sulla sponda opposta non solo rispetto a quella delle Brigate Rosse, ma anche a quella delle elite sessantottine del Libretto Rosso?
In apparenza nulla, ma quello che appare quando si tratta dell’agenda mediatico politica di una Nazione prossima alle urne, potrebbe obnubilare l’intelligenza di ogni cittadino che si fosse distratto concentrandosi a guardare i cerchi ipnotici nell’acqua dell’Arno seguiti ai sassi lanciati.
Il mio riferimento alla rieducazione in stile Mao è perciò legato all’attualità, però non si comprenderebbe se non si conoscesse la situazione in cui versano i vertici dei Carabinieri italiani assurti alle stelle grazie a Matteo Renzi e, sempre grazie a lui, oggi inginocchiati in gregge dinanzi alla porta di una stalla in cui rischiano di entrarr a furia di calci nel sedere da parte della Magistratura.
La stalla è costituita dai vari filoni del processo CONSIP, una serie di vicende che hanno una potenza devastante per le innumerevoli carriere politiche e militari fiorite accanto al profumo del Giglio magico di Firenze. Si parla, infatti, di un presunto caso di corruzione di entità gigantesca che riguarda un imprenditore napoletano e alcuni dirigenti della società esercente gli acquisti della Pubblica Amministrazione (la CONSIP, appunto, detta anche la “centrale acquisti”), in cui spicca il coinvolgimento di Tiziano Renzi, padre di Matteo, del ministro Luca Lotti, cioè il braccio destro di Renzi, e di converso di tutti i vertici dell’Arma.
L’inchiesta ha due filoni molto importanti:
nel primo vi è l’imprenditore di origine napoletana Romeo, significativo finanziatore di Matteo Renzi, che è stato già arrestato ed accusato di aver corrotto funzionari CONSIP promettendo anche una sorte di tangente a Tiziano Renzi come da ipotesi formulate dai Magistrati.
Nel secondo filone invece c’è il ministro Lotti accusato, insieme ad altri, di aver aiutato alcuni dirigenti CONSIP a sfuggire ad un’indagine della Magistratura in corso nei loro confronti. A margine significativo di tutto ciò risulterà decisivo, in un senso o nell’altro, cioè per farli scendere dalle stelle e chiuderli nelle stalle oppure no, il comportamento di molti carabinieri che sono stati chiamati a testimoniare dinanzi ai Magistrati di Roma, e presumibilmente lo saranno sempre di più nei prossimi mesi.
Per farla molto in breve, le stalle CONSIP stanno crescendo di giorno in giorno in capacità di accoglienza proponendoci un olezzo di merda che rischia, comunque vada, di decapitare l’Arma. Mi riferisco in primis alle indagini in corso sul generale Del Sette, quello che in questi giorni si è lanciato in condanne senza sentenza e senza aspettare la formulazione delle ipotesi di reato contro i due appuntati troppo fringuelloni. Trovo rilevante evidenziare che le pagine usate dal generale Del Sette per massacrare ed infangare l’Arma siano di proprietà della tessera numero 1° del PD, e cioè Repubblica. Del Sette è l’ex comandante della Toscana quando Renzi era presidente della provincia e poi sindaco, ed oggi è il Comandante Generale dell’Arma che sta rischiando la carriera e il carcere per aver aiutato Renzi in maniera illecita stando a quanto ipotizzano i Magistrati pertinenti. In secundis, ma non meno importante, vi è il generale Saltalamacchia, ex comandante provinciale di Firenze ed oggi comandante della Toscana, anche lui indagato per aver aiutato i Renzi e tutto i fiorellini del Giglio Magico attualmente sotto la lente della Magistratura romana. Inoltre sono coinvolti anche il numero uno del Noe (nucleo operativo ecologico dei Carabinieri), Sergio Pascali, il Capo di Stato Maggiore dell’Arma, il generale Gaetano Maruccia, e il comandante provinciale di Napoli, Ubaldo Del Monaco, ma soprattutto il maggiore Scarfato su Napoli.
Cosa è successo in poche parole?
E’ successo che una serie di eccellenti brigadieri, a cominciare dai due generali apicali citati sopra, avrebbero aiutato Renzi a proteggere il Giglio Magico, che consta anche di suo padre e ovviamente dei suoi amici personali, informandolo su alcuni particolari dell’indagine CONSIP. Nello specifico vi sono alcuni ufficiali dei carabinieri, ben agganciati ai vertici nazionali di derivazione gerarchica prevalentemente toscana, che avrebbero depistato i Magistrati fornendo loro elementi probatori alterati e talvolta ribaltati nel loro senso logico e giuridico.
Emblematico e controverso è il caso del maggiore Scarfato che avrebbe costruito informative false paventando ai Magistrati l’intromissione dei servizi segreti sull’Affare CONSIP, una circostanza che tendenzialmente scoraggia le indagini di Magistrati che fossero di temperamento un po’ pusillanime, nonché avrebbe disbrigato i brogliacci delle intercettazioni telefoniche facendo riportare sui verbali di carta fornita in Procura inesattezze troppo sospette perché possano costituire solo una lunga infilata di errori in buona fede, a quanto hanno ovviamente ritenuto i Magistrati competenti.
Chi mastica di politica ha già compreso quale possa essere l’implicita necessità rieducativa dei carabinieri toscani giustappunto secondo gli insegnamenti di Mao, cioè colpiscine pure uno per educarne 100, perché magari tra quei 100 c’è sicuro chi potrebbe testimoniare giù in Procura senza riservare quella solidarietà tra brigadieri di cui tanto i massimi vertici dell’Arma, quanto i politici che li hanno resi tali, hanno grandissimo bisogno per non finire rinchiusi in una stalla.
Osservo, infatti, che le scoperte degli errori marchiani e dei sospetti depistaggi da parte dei magistrati, scaturiscono grazie a carabinieri sottoposti in senso gerarchico ai succitati ufficiali ‘inguaiati’ nelle grane giudiziarie, cioè per causa di testimonianze di cui non si sa molto, forse perché i grandi media italiani non hanno interesse a farci sapere, neanche con l’uno percento di quella premura e dovizia fantasiosa di particolari riservata alle avventure notturne delle due misteriose americane. Negli ultimi mesi quanti più carabinieri vengono ascoltati su questi fatti del CONSIP, tanti più ufficiali vicini ai vertici nazionali e regionali dell’Arma vedono coinvolgere e man mano aggravare la propria posizione giudiziaria e quindi, probabilmente, si rendeva propizio un poderoso richiamo allo spirito di corpo agitando un qualche bastone.
Questa è secondo me la ragione principale che spiega l’inaudita violenza mediatica abbattutasi contro i due carabinieri in un episodio di imbarazzante Decamerone moderno. Ritengo che mai sarebbe emerso ai nostri occhi, neanche nei titolini locali del quotidiano la Nazione, questa disdicevole sveltina in divisa addirittura imposta ai nostri occhi con il contorno fumoso e horror di uno stupro, se non vi fossero pesanti necessità politiche e mediatiche sovrastanti, tra cui oltre ai processi CONSIP, anche il bisogno di coprire un’agenda mediatica che dalla scorsa settimana stava diventando sempre più sfavorevole ai fautori dogmatici dell’importazione di esseri umani a quintali dall’Africa.
I fatti dello scorso giovedì mattina a Firenze perciò non possono solo limitarci nel trarre una delle due conclusioni divisive in guelfi e ghibellini, così come ci passa per la testa scorrendo Facebook, il Corriere.it o guardando Porta a Porta, cioè o lo stupro sarebbe in essere in ragione di minorata difesa, oppure i due redivivi ‘amici miei’ in divisa si sarebbero prodotti in una zingarata di 40 minuti di scemenze certamente deprecabili in ottica di codice militare, ma da ritenersi una piccolezza di nessun serio rilievo politico e penale da occupare la prima pagina dei giornali nazionali.
Vi è infatti una terza possibilità. A calare la lampo dei pantaloni o a pigiare i tasti del cellulare per fare video compromettenti, potrebbero non essere state semplici manine, come quelle di una giovane bramosa di avvinghiarsi al fascino maturo dell’uomo in uniforme e poi magari monetizzare una polizza, né quella di un carabiniere ‘arrapato’ da un giovane corpo benché disponibile in stato semi catatonico, bensì una qualche pesante manona così come la chiamava, spiegandoci tutti i titoloni sconcertanti del Corriere, quella ingombrante volpe di Bettino Craxi.
Il punto su cui invito a riflettere sarebbe questo: alla luce del quadro emotivo del Paese dopo Rimini, e in considerazione alla situazione drammatica dei vertici dell’Arma preoccupati dalle testimonianze dei carabinieri ai processi CONSIP, questo caso mediatico così ben articolato e tempestivo nelle uscite sui giornali dell’establishment italiano, può non essere stato preparato artatamente magari anche assoldando due fanciulle molto poco candide e spensierate? Non potrebbe essere giunto da quella parte oscura dell’ America un soccorso di matrice politically correct, e mi riferisco a quella piccola America che alla luce del sole distrugge le statue di Colombo, cancellandone per via politica la festività pubblica? Evidenzio come sia radicata a Firenze quella piccola America Dem che vuole la distruzione dell’identità culturale degli stati nazionali europei attraverso migrazioni di massa dei popoli sortiti dalla Primavera Araba di Obama e Clinton. Ricordiamoci pure che il Partito Democratico Statunitense ha goduto del sostegno di Matteo Renzi e viceversa, tanto che Matteo il Bomba si è recato in piena campagna elettorale presidenziale a New York appositamente per accrescere le fortune elettorali di Hillary Clinton tra la Comunità italoamericana, con gli esiti che sappiamo e per cui ringraziamo la Madonna.
Ma stiamo ben attenti a quello che succede in questi giorni, perché la storia dei carabinieri fiorentini sembra simile per sconceria a quella del Bunga Bunga attraverso cui ci hanno svuotato la sovranità Popolare in Parlamento e ci hanno imposto una serie di cose importanti sotto il naso. Peraltro il più bel fiorellino del Giglio Magico, Matteo Renzi, da quando non è più premier prende ogni 27 del mese un pingue assegno da un ateneo statunitense in Firenze per fare cosa ovviamente non si sa, visto che non occorre essere anglofoni per comprendere quanto il Bomba sia molto poco accademico quando si produce in discorsi in inglese come quelli di Totò e Peppino quando giunsero a Milano a vedere il Colosseo.
Perciò i dubbi sulla manona di cui diceva Craxi sono leciti, visto che comunque queste due americane sono cascate qui dall’America e nessuno sa nulla su chi siano, quanti anni abbiano e cosa siano venute a fare a Firenze alle due e mezzo di notte, aspettando all’uscita della discoteca dei carabinieri appena chiamati per sedare una rissa di cui non si sa niente, forse perché realtà non c’è stata?! E tra le tante cose che non tornano, non si spiega come mai una delle due ragazze appena arrivate in Italia, già la mattina del fatto avesse nella borsetta il numero telefonico di un noto penalista di Firenze proprio esperto di questa sofisticata concezione dello stupro per minorata difesa. Quale manona abbia messo in borsetta della ragazza il numero di telefono di un avvocato orbitante nel Giglio Magico che sa districarsi con i Media come un Drago, si può sapere?
Io penso che la questione debba essere portata in Parlamento in modo che la Pinotti, Alfano e Gentiloni debbano dirci se sussiste o meno la possibilità di questa manona tutelare sopra le spalle del Giglio Magico, poiché i danni causati all’Arma, alla Nazione e all’Opinione pubblica italiana, a cui è stata propinata un’informazione per minorati mentali, non possono esaurirsi costatando le leggerezze di due capretti espiatori da insultare e cacciare fuori dalle mura per fare contenti tutti: la Giustizia e la Democrazia sono altro.
Io dico che è assolutamente inconcepibile ed intollerabile tutto ciò, verso cui tutti noi dobbiamo nutrire un violento sentimento di repulsione. Sebbene due rapporti sessuali quella notte siano stato acclarati dalle dichiarazioni spontanee dei due carabinieri ancora oggi solo indagati, su quali basi di diritto, di morale e di etica pubblica, si è fatto un processo sommario in piazza ai danni di due esseri umani prima che carabinieri?
Questi processi sul Corriere a cura della giornalista Fiorenza Sarzanini (quella figlia di Papà che nel 2001 stava a Genova con i suoi piercing e tatuaggi mescolata ai centri sociali che volevano spaccare la testa ai carabinieri) sono attività volgarmente illecite e non solo perché non hanno alcun rispetto per il lavoro onesto della maggioranza di magistrati onesti, anche se tutti i malpensanti come me capiscono come possano aiutare il lavoro disonesto di alcuni magistrati disonesti, che in Procura a Firenze per ora non sembrano esserci.
Osservo, infatti, che il Pubblico Ministero fiorentino nell’immediatezza della denuncia, in base al protocollo rosa, doveva disporre una consulenza medico legale per verificare non solo se vi fosse stata violenza, ma anche se lo stato di salute delle due sedicenti vittime fosse compatibile con quello di due donne stuprate. Le perizie sono state fatte, violenze non ne sono state riscontrate e l’unica cosa che sembra essere stata confermata è quella di un tasso alcolemico variato, cioè una situazione in cui versano quasi tutti i giovani che escono dalle discoteche di notte e non devono guidare l’auto. Perciò queste due tizie potrebbero aver voluto adescare due rappresentanti di un’istituzione non solo per un loro tornaconto illecito, ma per quant’altro.
Il particolare rilevante sottaciuto dal Corriere, Repubblica e dal salotto di Porta a Porta, è che la PM fiorentina non ha mai disposto il fermo dei due Carabinieri con ciò significando un concetto preciso: nessuno poteva suffragare sulla stampa l’ipotesi di uno stupro, visto che chi era in diritto e dovere di farlo non lo aveva giustappunto fatto. Se ne deduce che il comportamento dei Media ha assunto un profilo concettualmente illecito dato che, a ben vedere già giovedì scorso, benché la PM non avesse neanche compiuto i primi passi del protocollo rosa, e sebbene la sera di giovedì non avesse disposto il fermo dei due carabinieri, sia i giornalisti altolocati, sia l’avvocato delle due americane si sono bellamente permessi di parlare di stupro come fatto praticamente conclamato e perciò diffamando ad alta voce due persone a cui è stata inflitta una violenza morale gratuita ed inaccettabile.
Non occorre essere avvocati per sapere che il sesso, compreso quello del Bunga Bunga le cui fanfaluche sono state strumentali a fare fuori l’ultimo governo con mandato elettorale pienamente democratico e non minato da piattaforme parlamentari incostituzionali, è un argomento valido per confondere l’opinione pubblica e sottrare l’attenzione dalle cose che contano, come ad esempio la scia di stupri reali commessi dagli immigrati oppure lo sfascio nei vertici dell’Arma e del PD a seguito delle vicende CONSIP.
Perciò cosa volete che sia un disdicevole cedimento carnale in servizio, che non é un reato né una questione di interesse parlamentare, come invece lo sarebbero infamare e calunniare con il preciso fine di suggestionare l’emotività pubblica per biechi fini politici, quali ad esempio coprire un’attualità di cronaca nera che sfascia le basi delle politiche dell’accoglienza, oppure, nell’ambito delle implicite dialettiche in seno all’Arma, stangare due nuore perché tutte le suocere intendano?
Per quanto mi riguarda, il clamore e il senso dato a tutta la vicenda dal tempestivo Corriere della Sera ha un profilo illiberale e non democratico che non mi lascia molti dubbi. Mi chiedo perciò se non vi sia qualcuno che voglia usare giornalisti livorosi per influenzare indirettamente i lavori dei Magistrati sull’affare CONSIP, perché ciò sarebbe gravissimo. Tutte le scelte di un direttore editoriale devono essere libere ma scagliare, così come in effetti è stato fatto dal Corriere, la giornalista Sarzanini notoriamente ostile a tutte le forze dell’ordine, sembra avere il fine di rieducare non tanto i due carabinieri colti chiaramente in fallo, ma tutti quei carabinieri non allineati nel senso del Giglio Magico e del potere della Sinistra chic.
Ma la cosa più intollerabile di tutte è l’arroganza renziana dell’avvocato delle straniere, un professionista legato all’establishment di Firenze che difende un soggetto centrale nella affare CONSIP legato a Tiziano Renzi. In una Repubblica degna di questo nome, costui sarebbe incompatibile data la centralità delle testimonianze dei carabinieri nel processo CONSIP e l’evidente attacco alla serenità di tutti i carabinieri che questa vicenda profila. Sarebbe a tal proposito importante sapere come mai, il suo numero di telefono da esperto legale fiorentino della complessa materia dello stupro in situazione di minorata difesa, fosse nella borsetta delle sedicenti vittime già dalla mattina, sebbene costoro fossero da pochi giorni arrivate a Firenze. L’Avvocato è bravissimo a negare la verità da buon renziano, e mi riferisco alla polizza antistupro che con sofismi da Azzecca Garbugli ovviamente non sarebbe in essere, come è ovvio che sia. Non esistono infatti polizze antistupro tout court appositamente in essere, ma vi sono polizze generale sussistenti, peraltro normali nel sistema di vita degli americani che viaggiano, che accludono nei danni risarcibili la violenza per stupro, così come in Italia non esiste la polizza per i colpi di frusta da tamponamento d’auto ma esistono i colpi di frusta falsi risarciti da polizze normali.
A ben vedere il nubifragio mediatico calunnioso a danno dei due carabinieri è stato spaventoso, perché sui giornali era pure stata ventilata la prova regina di un video fatto dal telefonino, addirittura con il pronunciamento di una parola come ‘bastard’ che avrebbe corroborato il diniego espresso al rapporto sessuale. Come sappiamo la PM ha negato ciò precisando come sia del tutto inventata questa circostanza che qualcuno ha artatamente propalato in malafede, forse per indurre l’arresto dei due malcapitati e far montare la panna da mettere sugli occhi del Popolo italiano.
Ancora più ripugnante è la pretesa di fare giurisprudenza mediaticamente, così come ha fatto l’avvocato orbitante nel Giglio Magico prestato alle americane. Costui ha esteso il concetto di stupro per minorata difesa a livelli di intelligenza talebana, dando come acclarato in giurisprudenza una sua fantasia suffragata dal Corriere e Repubblica ma non certo dai giuristi, che la contemplano entro strettissimi limiti.
Dico perciò a tutti i giornalisti pappagalli, razza di ignoranti e sciocchi che non mi sembrano altro: se tutte le donne brille o quand’anche ubriache, fossero automaticamente considerate donne stuprate a prescindere dalla mancata violenza ricevuta o da un qualche loro diniego mai espresso al partner, avendo semplicemente avuto un rapporto sessuale con tasso alcolemico variato, verrebbe negata la Libertà di godere del proprio corpo in una sfera di sensi che appartiene solo alle donne e non alle masturbazioni giuridiche dell’avvocato celebrato pure da Vespa su Rai 1. Tutti sanno come sia consueto tra i piaceri della vita accessibili a tutti, specie tra i più giovani, quello di lasciarsi andare decidendo di fare sesso disinibito proprio grazie all’uso di bevande alcoliche. Ma dove vogliono portarci il Corriere della Sera e Repubblica oggi, ai rapporti sessuali previo esame del palloncino? Al sesso programmato da contratto con doppia firma sulle clausole di petting particolare? Ai rapporti con un chip innestato nell’uccello per il codice di autorizzazione all’entrata, oppure a quegli atti giuridici funzionali a costruire i figli da dare in braccio alle coppie gay sfruttando il corpo delle donne fattrici consenzienti? Questo sarebbe il rapporto tra i sessi rispettoso e ragionato in modi radical chic a cui vogliono condurci?
Perciò sono allibito da quello che accade giorno dopo giorno, come ad esempio il Comune di Firenze, capeggiato da un pupo di Renzi che si scaglia sui carabinieri costituendosi parte civile, quando questi due poveri cristi non sono nemmeno accusati da qualche Magistrato e non vi è quindi un processo?! Ma come si permettono queste belve del Giglio Magico di stuprare la civiltà democratica e l’Arma, che è fatta da 4600 stazioni in ogni angolo di Italia, e non dai vertici selezionati da Renzi o Lotti?
Tutti dobbiamo essere disgustati molto più dai vertici dell’Arma che da due carabinieri del popolo, che qualcosa hanno sbagliato, è vero, ma certo non arrivano a Clinton il quale era aduso utilizzare la sala ovale per qualche suo comodo che però non hai sconcertato le anime candide e gli intransigenti moralisti del Partito Democratico italiano.
I miei sono allarmi lanciati alla luce di una sequela di notizie di stampa che giudico molto preoccupanti e soffocanti, in un clima di violenta ipocrisia e menzogna. Chi può dirci se i vertici dell’Arma implicati negli affari giudiziari di Renzi, non vogliano nascondersi e avvelenare alcuni pozzi prima di scappare, agendo all’insegna di come disse Sansone, cioè muoio io e allora muoiono tutti i filistei? Possiamo permetterci questo attacco all’Arma quando il PD ci ha fatto entrare a casa 500.000 clandestini alcuni dei quali sono capaci di orrori veri e non inventati dai media?
Mi sembra perciò pacifico che l’aspetto centrale di questa vicenda non debba limitarsi nella suddivisione di tutti noi italiani in guelfi e ghibellini nel senso di chi pensa allo stupro e chi alla sveltina.
Concludo con la quartina finale del XIII° Canto del Paradiso dove in 4 righe viene sintetizzato un grande pensiero per la storia di tutta l’Umanità. Dante non sarà un professore americano di livello come Matteo Renzi, sicuro prossimo nobel alla letteratura angloamericana non appena avrà finito l’ultimo CD del corso di inglese che sta finendo, ma nel suo piccolo il Sommo 700 anni fa insegnò cosa debba essere la Verità pubblica, la Moralità e la Giustizia per tutti noi, semplici uomini e donne della strada.
Non creda donna Berta e ser Martino,
non credano la donna e l’uomo della strada (così ci si riferiva all’uomo e la donna della strada)
per vedere un furare, altro offerere,
per aver visto una persona togliere i soldi dal cesto delle offerte in chiesa e l’altro metterli
vederli dentro al consiglio divino;
di poter stabilire chi deve andare in Paradiso
ché quel può surgere, e quel può cadere.
che il primo può andare in Paradiso e il secondo all’Inferno.
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Mai come in questo momento dobbiamo pensare ad altro, a preservare l’italianità, a difendere le tradizioni consolidate e l’identità che ci appartiene proprio guardando a Firenze per quella estrema bellezza occidentale che essa simboleggia. A tal proposito, ricordo che questo venerdì 15 settembre, all’hotel Baglioni in Firenze, ci sarà il Memorial Oriana Fallaci, una grande donna a cui tutti noi dovremmo qualcosa. L’evento è organizzato da Armando Manocchia.