Dopo settant’anni, i compagni sono costretti ad ammainare la bandiera rossa.
Dopo una vita, la festa dell’Unità di Savignano sul Rubicone, nel cuore della Romagna rossa, non si farà più. Mancano i cuochi volontari, da sempre spina dorsale di simili appuntamenti.
Come racconta l’edizione cesenate del Resto del Carlino, il segretario del Pd locale annuncia a malincuore la rinuncia a un appuntamento storico per la sinistra romagnola.
“Quest’anno avremmo potuto contare anche su un certo numero di volontari per montare le attrezzature, fare servizio ai tavoli e pulizia. Ma non siamo riusciti a trovare volontari che sappiano fare da mangiare, stare in cucina. Neppure uno”, si lamenta il segretario Nicola Dellapasqua, che di Savignano è anche vicesindaco.
In molti, spiega, sono ancora a lavorare negli alberghi e nelle varie strutture turistiche della riviera. Ma il problema è più profondo e riguarda un certo tema di ricambio generazionale: “Le forze umane ogni anno calano, abbiamo avuto diversi funerali e non c’è un ricambio generazionale di giovani volontari che entrano al posto degli anziani che non ci sono più o non ce la fanno più a stare ai fornelli”, conclude amareggiato.
Certo, la speranza è che si tratti soltanto di un anno di “pausa” ma il trend della regione è preoccupante: nel Cesenate, su oltre quaranta feste dell’Unità nel giro di pochi anni ne sono rimaste meno di una decina.
La notizia mi rende immensamente felice, è il più bel regalo che potessi ricevere
Secondo me il motivo è che la gente si sta svegliando… Non si crede più a idee politiche che negli ultimi tempi stanno facendo mettere le spalle al muro agli italiani avantaggiando il puro discorso immigrazione..