di Alessandro Sallusti
La linea dura, ma meglio sarebbe chiamarla civile e legale, nella gestione dell’immigrazione, non solo rischia di spaccare il governo, ma sta spingendo una parte dei cattolici verso posizioni pericolosamente integraliste.
Ieri Marco Tarquinio, direttore di Avvenire (il quotidiano dei vescovi) è arrivato a scrivere minacce che sanno di scomunica:
«Tra non molto – ha scritto rispondendo a una lettera – molti si vergogneranno davanti a Dio e all’umanità di ciò che hanno malamente detto e fatto per prendersi cura dell’umanità».
Tra questi, immagino, ci siamo, oltre a Mattarella, Gentiloni e Minniti, anche noi. Invocare il giudizio di Dio su una legge che combatte le mafie e cerca di impedire le stragi del mare è davvero bizzarro.
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Ma questa Chiesa terrena ormai ci ha abituato a (quasi) tutto. Per fortuna Avvenire non è l’organo ufficiale di Dio né Tarquinio è il suo addetto stampa. Cosa ne pensa Dio degli scafisti – cioè dei trafficanti di uomini per i quali loro vorrebbero un salvacondotto -, non lo sappiamo. Anche se qualche indizio rimbalza dai vangeli e sostiene più la tesi Minniti di quella del direttore. Al massimo Avvenire ci dice che cosa pensano alcuni vescovi, quelli momentaneamente al comando delle operazioni della non ben messa chiesa italiana. Ma anche la loro è una versione di parte.
Ricordo che quando fui nominato, molti anni fa, caporedattore di Avvenire, monsignor Ersilio Tonini (allora presidente della società editrice) mi mise in guardia: «Stai attento Alessandro, perché tu hai non uno ma 120 editori (tanti erano i vescovi italiani, ndr) che non la pensano allo stesso modo su nulla, a volte neppure sull’esistenza di Dio».
Questo per dire che il collega Tarquinio non solo non può parlare a nome di Dio, ma neppure di tutte le sue pecorelle, blasonate o no che siano. Io sono convinto che Dio non si vergogna degli italiani che hanno fatto e stanno facendo sforzi enormi per salvare vite umane. E che non si vergogna di chi ritiene sia utile mettere regole e controlli ai salvataggi in mare. Dio ha messo giustamente regole ferree e a volte ciniche nella sua ditta (io, divorziato non posso comunicarmi) e si vergogna solo degli scribi e dei farisei che emettono sentenze in nome suo. Come l’Avvenire del fariseo Tarquinio.