Macerata – È polemica sulla scelta di destinare parte dei fondi degli sms solidali del terremoto alla realizzazione di una pista ciclabile e al recupero di una grotta sudatoria. Vanno all’attacco il senatore Remigio Ceroni (Forza Italia) e la deputata Beatrice Brignone (Possibile). Lo scrive il RestodelCarlino
«Lascia sconcertati e indignati – scrive il senatore forzista – la notizia che la Regione Marche intende finanziare una pista ciclabile mare-monti da Sarnano a Civitanova per 5,5 milioni di euro e il recupero della grotta sudatoria di Acquasanta Terme per 3 milioni di euro con i soldi che i cittadini hanno donato via sms con generosità per far fronte all’emergenza determinata dal terremoto».
«Dei 32 milioni complessivi, alle Marche ne sono spettati 17,5 – aggiunge Ceroni –. Con una scelta che lascia esterrefatti la Regione ha intenzione di destinare la metà di quella cifra a opere che nulla hanno a che vedere con l’aiuto per le popolazioni terremotate. E questo mentre sono ancora migliaia i marchigiani che vivono quotidianamente sulla loro pelle le difficoltà di una calamità immane e di una ricostruzione che non è mai iniziata. Tanta solidarietà da parte degli italiani merita rispetto e non può essere dispersa e mortificata in interventi incomprensibili e ingiustificati. Presenterò immediatamente un’interrogazione parlamentare al riguardo per evitare che i soldi degli italiani vengano utilizzati a fini diversi da quelli ai quali li avevano destinati».
Anche la deputata di Possibile Beatrice Brignone contesta la scelta della Regione di utilizzare 5 milioni e 450 mila euro, dei 17,5 ricavati dagli sms solidali a favore delle zone terremotate, per il primo stralcio di una pista ciclabile da Civitanova a Sarnano. Per Brignone, altre sono le priorità, come riportare a casa le famiglie e tornare a «vivere queste terre, per poter anche accogliere al meglio sempre più i turisti». Per le piste ciclabili, «ci sono altri finanziamenti, si cerchino anche quelli».
«Chi ha donato con un sms – continua -, lo ha fatto pensando di offrire, con quel gesto, una mano per rialzarsi, mano che in quel momento non poteva allungare se non digitando un numero. Per tali motivi ho presentato una interrogazione alla presidenza del Consiglio e per chiedere rispetto chi ha donato soldi e rispetto per chi ancora vive in roulotte o alloggi di fortuna, per chi ogni giorno si muove tra macerie e zone rosse, per chi cerca di strapparsi un futuro con forze sempre più flebili». «Di vane promesse, di mancanza di visione, di aspettative tradite, di mala gestione, questa Regione – conclude – ha già pagato un prezzo sufficientemente alto. Non sommiamo a questo catastrofico conto altri 5 milioni e 450 mila euro».