di Franco Bechis
Finalmente parte la commissione di inchiesta sugli scandali bancari, e sarebbe un vero peccato che in questi pochi mesi tutto sia centrato solo sulle partite politiche che pure ci sono in questa commissione. Perché se ha un peso politico capire la verità sul caso Boschi-Ghizzoni (tenendo presente però che alla fine Unicredit non intervenne), è importante ancora di più capire di chi siano state le responsabilità nella distruzione dei soldi di migliaia di risparmiatori italiani.
Su Banca Etruria ma anche su Mps e le banche venete. Faccio vedere ad esempio un documento riservato che spiega molto di quel che accadde su Etruria. E’ una mail fra un consulente tedesco della commissione Ue e un gruppo di dirigenti del Tesoro e di Bankitalia. Ha la data del 18 novembre 2015, e fa riferimento anche a telefonate precedenti in cui qualcuno dal Tesoro e della Banca d’Italia ha fatto sapere alla commissione Ue che non ne era al corrente, di una vendita di 302 milioni di euro di crediti deteriorati al Credito Fondiario a prezzi di assoluto saldo: il 14,7% del valore. Di fatto un regalo a una banca che era un salottino della finanza italiana.
Quei geniacci del Tesoro per fare i primi della classe (o peggio) hanno avvertito la Ue, che ha pensato che quel 14,7% fosse il prezzo di mercato in Italia. Invece nessun altra operazione era avvenuta così a sconto. La Ue che era orientata a chiedere una risoluzione su Etruria & c con svalutazioni al 20-22%, ha fatto media con quel 14,7% e imposto all’Italia una risoluzione sotto il 18%. Senza quella mail tutti gli obbligazionisti subordinati di Etruria e delle altre banche avrebbero mantenuto intatti i loro risparmi. E invece li hanno avuti azzerati. Vale la pena capire le responsabilità. E di aprire quel vaso di Pandora che sono stati i prestiti fatti da Mps a chi non aveva merito di credito…