Lo schiavismo e il traffico di esseri umani tra passato e presente

La schiavitù è quella condizione per cui un essere umano è privato delle proprie libertà, divenendo proprietà del suo possessore: si trasforma da soggetto a oggetto perdendo la propria dignità umana.

 

Essa esiste sin dai tempi più antichi. Fra il XVI e il XIX secolo ebbe inizio la tratta di schiavi di origine africana attraverso l’oceano Atlantico. La pratica di deportare schiavi africani verso le Americhe fu un elemento fondamentale della nascita e dello sviluppo delle colonie europee prima del Sud e Centro America e poi anche del Nord America. La tratta degli schiavi attraverso l’Atlantico assunse rapidamente proporzioni senza precedenti, dando origine nelle Americhe a vere e proprie economie basate sullo schiavismo. Lo schiavo doveva lavorare anche per venti ore il giorno e chi faceva questo lavoro solitamente, non sopravviveva per più di quattro o cinque anni.

Il traffico degli schiavi iniziava nell’interno dell’Africa, dove i commercianti o i cd. negrieri acquistavano o catturavano gli indigeni da semplici rapitori o tiranni africani. Il trasferimento forzato fino alla costa poteva durare settimane fino all’arrivo dei trafficanti provenienti dalle Americhe che caricavano la “merce umana” sulle navi. A differenza di ciò che accade ai nostri giorni, pochi schiavi morivano in mare, questo perché “la merce” non era stata ancora pagata ed era spesso messa in vendita all’arrivo della traversata. Di conseguenza lo schiavo durante la traversata aveva una “pseudo-tutela” poiché per essere venduto a buon prezzo al mercato degli esseri umani, doveva essere in buone condizioni.

Gli schiavi giungevano in America attraverso un vero e proprio commercio che seguiva una rotta specifica. Le navi partivano, infatti, dai porti europei verso l’Africa carichi di merci di poco valore, nel golfo di Guinea si scambiavano le merci con gli schiavi, infine in America questi erano venduti a molto denaro, che occorreva per acquistare prodotti delle colonie che venivano a loro volta rivenduti in Europa con maggior guadagno.

La schiavitù purtroppo esiste ancora oggi, nonostante sia vietata la vendita e l’acquisto di esseri umani. Ma cosa è cambiato rispetto al passato? A mio giudizio la condizione dei questi sfortunati esseri umani è peggiorata. Si ripeto: è peggiorata. Questo accade semplicemente perché mentre in passato lo schiavo era merce da custodire e curare prima della vendita poiché se in buone condizioni il guadagno era alto. Oggi, i nuovi schiavi pagano in partenza per il loro viaggio il loro aguzzino e quindi ai trafficanti non interessa se arrivino o no a destinazione. Addirittura va scomparendo la figura del cd. “scafista” che è sostituito da uno dei trasportati cui è data una bussola e indicata la direzione che spesso porta alla deriva.

I nuovi schiavi del terzo millennio, se sono donne, spesso sono trascinate nella prostituzione, i bambini sono venduti e comprati da un Paese all’altro e impiegati nel traffico di organi umani, gli uomini sono costretti a lavorare come schiavi in agricoltura. La schiavitù contemporanea riguarda esseri umani di tutte l’età, sesso o razza. Oggi esistono ancora la schiavitù per debito, il lavoro forzato, lo sfruttamento di bambini che lavorano a tempo pieno e sono privati di istruzione e gioco.

Un’ulteriore e odiosa forma di schiavitù è anche il matrimonio precoce e forzato, che riguarda donne e ragazze sposate senza poter scegliere e sottoposte a violenza fisiche e psicologiche inenarrabili a una certa età. La nuova schiavitù per molti aspetti è peggiore di quella del passato. Siamo di fronte ad una nuova schiavitù dove ci sono più persone schiavizzate, di quante ne furono strappate all’Africa, in quasi tre secoli, per arricchire i colonizzatori delle Americhe.

Oggi gli schiavi nel mondo sono circa cinquanta milioni: una cifra che dovrebbe far vergognare ognuno di noi. Abbiamo abolito la schiavitù legale, ma ne abbiano creata una illegale, basata sul “diritto” del sopruso, dove il possessore ha il totale controllo delle vittime. Lo schiavo, oggi, è meno di un fazzoletto di carta usa e getta: è usato finché serve poi, è rimpiazzato con altra “merce” che di umano ormai non ha più nulla!

Vincenzo Musacchio, Giurista