Migranti: il Paese che ha dato vita alla maggior parte delle Ong è la Germania

di Gianpaolo Iacobini

Il governo sapeva, ma non s’è mosso. C’è una circostanza, documentata, che smaschera l’ipocrisia di chi (peraltro a scoppio ritardato) si finge indignato dell’allarme lanciato da Carmelo Zuccaro: il 22 marzo scorso il procuratore capo di Catania, insieme al sostituto Andrea Bonomo, aveva già anticipato nei dettagli al Comitato parlamentare di controllo e vigilanza in materia di immigrazione, presieduto dalla forzista Laura Ravetto, i contenuti dell’inchiesta conoscitiva sui presunti contatti tra trafficanti di uomini e Organizzazioni non governative. >>>  Trafficanti e Ong: il governo sapeva, Zuccaro ne parlò in sede istituzionale

«A partire dall’autunno del 2016 spiegava Zuccaro davanti al Comitato – abbiamo registrato un improvviso proliferare di unità navali di queste Ong. Ci siamo voluti interrogare per capirne il perché e come si potessero affrontare costi elevati senza disporre di un ritorno in termini di profitto economico».

E qui la prima sorpresa: «Il Paese che ha dato vita alla maggior parte di queste Ong è la Germania, alla quale fanno capo 5 di esse: SOS Méditerranée, Sea Watch Foundation, Sea-Eye, Lifeboat, Jugend Rettet, presenti con 6 navi. Ad esempio, per quanto riguarda Aquarius, la nave di SOS Méditerranée, ci risulta che ammonti a circa 11.000 euro al giorno il costo di gestione della missione».

non è cambiato molto

Insomma, tante navi gestite da organizzazioni senza scopo di lucro ma con spese esorbitanti pur di essere sempre presenti sulle rotte dei migranti, con largo anticipo rispetto alla Marina Militare. Una coincidenza forse tutt’altro che fortuita, «oggetto di indagine sottolineava Zuccaro – perché ci darebbe indicazione non necessariamente di un coinvolgimento, ma del fatto che la possibilità di accedere a questi punti di contatto fa scattare un collegamento obiettivo tra gli organizzatori del traffico e queste Ong». Legati da un ipotetico, preciso intento.

Questo pure svelato al Comitato: «Stanno creando un corridoio che consente un accesso in Italia, che non ci sarebbe stato se le Ong non lo avessero creato. Ma è consentito a organizzazioni private di sostituirsi agli Stati? Questi soggetti, a prescindere dal fatto che ancora non ci risulta e probabilmente non perseguiranno profitti privati, si rendono comunque responsabili del reato di cui all’articolo 12 della Bossi-Fini (trasporto ingresso illegale di stranieri in Italia, ndr), o no?».

Chiaro, chiarissimo. Pure troppo.

Gianpaolo Iacobini  – –  il giornale