È un «paradosso» che le Ong facciano così tanti soccorsi di migranti in mare, «circa un terzo», «quando non ci sono mai stati tanti così tanti mezzi pubblici dispiegati in mare da Ue e Italia: una cosa abbastanza strana». Lo ha detto il direttore esecutivo di Frontex, Fabrice Leggeri, in audizione, in videoconferenza, alla Commissione Difesa del Senato. Lo scrive il Meassaggero
«Attraverso le testimonianze di migranti», abbiamo osservato che «in alcuni casi gli scafisti danno telefoni ai migranti con i numeri delle Ong», ha rilevato ancora Leggeri, che non ha potuto precisare di quali Ong si tratti, dicendosi pronto a fornire le informazioni all’autorità giudiziaria.
«A partire dall’estate scorsa – ha spiegato il direttore di Frontex – abbiamo costatato che il numero di soccorsi in mare da parte dalle Ong stava aumentando», ora «è di circa un terzo. La quota di Frontex in questo momento è del 12%, quella di Eunavfor Med circa del 10%. Quindi le Ong sono protagoniste, attori principali del soccorso in mare ed è una cosa sorprendente, perché c’è un altissimo numero di mezzi marittimi pubblici in mare».
C’è, inoltre, un aumento del numero delle imbarcazioni di Ong in mare: «Sono 8 nel Mediterraneo centrale più un aereo», ha precisato. Leggeri ha sottolineato anche un altro dato, parlando del ruolo delle Ong nei salvataggi dei migranti: «Prima i soccorsi avvenivano a metà strada tra Sicilia e coste libiche, oggi invece avvengono a 20-25 miglia nautiche dalle coste libiche, a volte anche in acque territoriali»
Per quanto riguarda la provenienza dei migranti, ha affermato che «per la maggior parte, nell’85% dei casi, i migranti vengono dalla Libia, e i paesi di origine sono Africa Occidentale e Subsaharina. Sono diminuite le persone che vengono dal corno d’Africa. C’è un aumento anche dal Bangladesh. Il profilo è quello di un migrante economico ed irregolare».