Cyberspionaggio, difesa di Occhionero: “Lui nega l’illecito, era solo lavoro”

 

Occhionero e sorella
Occhionero e sorella

”Ieri l’ho incontrato e oggi risponderà alle domande del gip, ha delle cose da chiarire, è una cosa ancora tutta da scrivere, al momento è solo una ipotesi investigativa. Lui nega di aver fatto alcunché di illecito, aveva questi server all’estero per il suo lavoro, gli indirizzi che aveva sull’agenda sono indirizzi che possiamo avere tutti noi sul computer. Nega di aver fatto un’attività di spionaggio, i server all’estero li aveva per lavoro”.

Lo ha detto l’avvocato Stefano Parretta, difensore di Giulio Occhionero, l’ingegnere nucleare finito ieri agli arresti, insieme alla sorella Francesca Maria, nata negli Stati Uniti, nell’ambito dell’inchiesta sul cyberspionaggio ai danni di politici, imprenditori e istituzioni, prima di entrare a Regina Coeli dove sono previsti gli interrogatori di garanzia. adnkronos

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E’ un esponente della massoneria Giulio Occhionero, l’ingegnere nucleare arrestato a Roma insieme alla sorella Francesca Maria con l’accusa di aver creato una centrale di cyberspionaggio per monitorare istituzioni, pubbliche amministrazioni, studi professionali, imprenditori, politici di primo piano e “fratelli massoni”.

A quanto scrive il Gip nell’ordinanza di custodia cautelare, l’attività di dossieraggio messa in piedi da Occhionero “risulta essere del tutto coerente” con i suoi “interessi personali così come scaturiscono dal contenuto delle conversazioni oggetto di intercettazione e dall’indubbio legame con gli ambienti della massoneria italiana, in quanto membro della loggia ‘Paolo Ungari – Nicola Ricciotti Pensiero e Azione’ di Roma, della quale in passato ha ricoperto il ruolo di maestro venerabile, parte delle logge di Grande Oriente d’Italia”.

In particolare, tra gli ‘hackerati’ da Occhionero “risultano elementi di vertice della massoneria italiana”, compreso il Gran Maestro Stefano Bisi, oltre a membri di logge del Goi del Lazio. Un interesse che il gip ritiene possa essere “legato a giochi di potere all’interno del Grande Oriente d’Italia, come d’altra parte testimoniato dal tenore di alcune conversazioni” intercettate. adnkronos