Il tesoro dei rom è nascosto in Croazia. Ingenti somme di denaro che appartengono a nomadi che vivono sulle spalle del sistema Italia, ma di cui fino a oggi non se ne conosceva l’esistenza.
Grazie a un’operazione congiunta tra i pm torinesi e i magistrati croati, sono venuti alla luce conti correnti milionari intestati a rom che nel Belpaese godono di sussidi, case popolari e aiuti economici di ogni tipo. Tra questi furbetti, come rivela la Stampa, ci sono personaggi come Raselma Halilovic, bosniaca 66enne che vive tra le baracche di via Germagnano a Torino e che sul un conto corrente in Croazia ha depositato un milione e 35mila euro.
L’inchiesta, condotta anche grazie all’aiuto di Eurojust, ha fatto luce sul tesoro da 5 milioni di euro che fa capo alla famiglia Halilovic. Raselma non è, infatti, l’unica ad avere da parte cifre spaventose e ingiustificate. Tra questi, si legge sulla Stampa, ci sono Bronzo Halilovic, che ha messo in banca 900mila euro, e Angela Halilovic, 36enne con precedenti per furto che a Torino riceve un sussidio mensile di 245 euro e sul conto ha 392mila euro. E ancora: Naim Halilovic gode di una casa popolare, nonostante abbia in banca 60mila euro. La moglie Susanna Salkanovic non è da meno: sul suo conto personale ha, infatti, altri 108mila euro.
L’obiettivo della maxi inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Alberto Perduca, era capire quali fossero le fonti di reddito dei rom. Come giustificare depositi bancari milionari di persone che non solo non lavorano ma che addirittura godono di sussidi economici pubblici? Immossibile, se non ipotizzando fonti di reddito illecite. Gli indagati appartengono quasi tutti alla famiglia Halilovic e vivono nei campi nomadi di Torino, Asti, Massa Carrara e Genova. A far scattare le indagini è stata Sena Halilovic. A Genova questa 60enne, che si nasconde sotto all’alias di Amela Seferovic, è conosciuta anche come la “regina degli zingari”. Stando ai libri comunali, avrebbe sposato un italiano a cui nel corso degli anni ha intestato oltre 400 automobili.
Sena Halilovic ha destato sospetto quando ha provato a prelevare 220mila euro alla Société Générale Splitska Banka dopo che ne aveva già portati all’estero 330mila. Come spiega la Stampa, la cultura matriarcale dei korakhanè, nomadi di fede musulmana, considera la “regina” una sorta di capo dell’intera famiglia. Il clan di Sena Halilovic, che in Italia è compiuto i reati più disparati, ha a disposizione la bellezza di “4 milioni di euro, un castello a Mostar (in Bosnia-Erzegovina), una villa abusiva e terreni nelle campagne astigiane”. IL GIORNALE