Si consuma uno strappo al vertice della società del Sole24ore, il quotidiano di Confindustria: arrivano le dimissioni del presidente Giorgio Squinzi e di cinque consiglieri di amministrazione, dopo una semestrale choc, con una perdita di 49,8 mln (23,6 mln al netto di oneri non ricorrenti).
Ma il presidente dell’associazione di Viale dell’Astronomia, Vincenzo Boccia, in un’intervista al Mattino, assicura “massima determinazione unita alla massima serenità, avendo tre punti cardine da rispettare: il Sole è e sarà sempre un asset fondamentale per Confindustria, che ne difenderà autorevolezza e autonomia; il piano industriale che attendiamo dall’amministratore delegato dovrà da subito puntare a riportare la società in utile; l’azionista sorveglierà da vicino il buon andamento del progetto di risanamento”.
Le dimissioni, irrevocabili e con efficacia immediata, del presidente del Sole 24 Ore, Giorgio Squinzi, e dei consiglieri Livia Pomodoro, Claudia Parzani, Carlo Pesenti e Mauro Chiassarini sono arrivate, il 30 settembre, dopo “alcune comunicazioni intercorse tra la società, nella persona del suo presidente a nome dei Consiglieri di amministrazione, e l’azionista di riferimento Confindustria, nella persona del suo Presidente”, Vincenzo Boccia, ufficializza una nota del Sole24ore dopo le indiscrezioni circolate. Il 1 ottobre anche il consigliere di amministrazione Maria Carmela Colaiacovo ha rassegnato le proprie dimissioni.
Nella lunga nota della società viene ricostruito il carteggio che ha portato alla dimissioni di Squinzi e di altri cinque consiglieri. In particolare, il 27 settembre Squinzi ha richiesto all’azionista Confindustria “la disponibilità a valutare positivamente il proprio sostegno ad un’operazione di rafforzamento patrimoniale per quanto di competenza”. Nella stessa lettera, il presidente del Sole24ore “ha riferito all’azionista Confindustria a proposito della disponibilità dei consiglieri di rimettere il mandato qualora ciò fosse funzionale ad agevolare la realizzazione dell’operazione di rafforzamento patrimoniale”. Il 29 settembre, il presidente di Confindustria Boccia ha assicurato “la disponibilità, per la percentuale di competenza, a valutare positivamente un’eventuale operazione di rafforzamento patrimoniale”. Nella stessa lettera l’azionista Confindustria ha preso “atto della (…) disponibilità a rimettere il mandato di amministratori laddove ciò fosse funzionale ad agevolare la realizzazione dell’operazione”.
In base a quanto illustrato nella lettera di dimissioni dei cinque consiglieri, tale decisione è stata motivata “anche in considerazione della richiesta avanzata dal socio di maggioranza circa la disponibilità dei consiglieri a rimettere il proprio mandato nell’interesse della Società e della preservazione della stessa”. adnkronos