Militari dell’Esercito e della Marina, in tutto una quarantina di uomini, lavorano assieme a funzionari dei servizi segreti in Libia, anche nelle basi del generale Khalifa Haftar, l’ex ufficiale gheddafiano che nei giorni scorsi ha rifiutato di riconoscere il governo di Tripoli di Fayez al Sarraj e di collaborare con l’inviato dell’Onu Martin Kobler. Lo riferisce oggi il quotidiano la Repubblica, spiegando che la prima grande missione congiunta tra servizi di sicurezza italiani e ministero della Difesa è in corso ormai da settimane.
Nella base aerea di Benina, che si trova vicino Bengasi ed è uno dei comandi principali delle truppe fedeli ad Haftar, secondo il quotidiano operano al momento militari francesi, americani, britannici e anche italiani. Una fonte governativa italiana ha spiegato al giornale che “è importante capire cosa fanno tutte le forze militari straniere presenti in Libia, sia per preparare eventuali azioni contro lo Stato islamico, ma anche per capire quali sono le dinamiche, le alleanze fra milizie libiche e i loro vari sponsor stranieri”.
Secondo fonti contattate da Repubblica, due elementi decisivi avrebbero convinto il presidente del Consiglio Matteo Renzi a dare il via libera alla missione: la creazione del comando congiunto a Roma, secondo le direttive della nuova legge sulle “garanzie funzionali” estese anche agli uomini della Difesa e le necessità operative, ovvero l’opportunità di preparare l’addestramento dei soldati libici che verranno ritenuti affidabili dai governi europei. (askanews)