Nella chiesa cattolica regna l’amore fraterno, ne abbiamo prova ogni giorno. Vogliono vedersi morti fra loro e poi fingono di predicare l’accoglienza dei migranti perché “Gesù ha detto di amare il prossimo, anche quello lontano”.
“Così va il mondo: invece del cardinale Bagnasco, muore Marco Pannella. A lui sì avrei affidato la guida dei Vescovi italiani”. A scrivere il post su Facebook è stato un sacerdote cattolico di Palermo, ossia don Fabrizio Fiorentino.
Il pretonzolo della parrocchia del quartiere Addaura di Palermo, che ha già fatto parlare di sè per l’originale trovata dell’“aperimessa”, ha scritto il post sul social network rammaricandosi per il fatto che a passare a miglior vita non sia stato il presidente della Conferenza episcopale italiana ma Pannella, volto storico delle campagne, per la verità poco cattoliche, a favore di droga libera, eutanasia, divorzio, aborto, nozze gay ecc…
Poi arriva la pezza che è peggio del buco
“Era solo una battuta e non certamente un giudizio né su Pannella né tantomeno su Bagnasco. Era una battuta che voleva sottolineare la differenza che stiamo vivendo in questi giorni sulle posizioni civili ed ecclesiali e su quelle che sono le dimensioni della laicità dello Stato e l’accettazione di leggi approvate dal Parlamento su cui si è perso molto tempo anche perché la Chiesa ha fatto valere il suo peso politico in Italia. Credo che le battaglie di Pannella abbiamo portato a una dimensione più aperta della vita degli italiani. Ma temo che le mie parole siano fraintese: non volevo certo augurare la morte a Bagnasco”.