Indottrinamento jihadista: ISIS rilascia una app Android rivolta ai ragazzini

 

Quando si parla di Isis, rimango sempre sorpreso dalla superficialità con cui viene affrontato l’argomento, soprattutto da parte di chi dovrebbe occuparsi della nostra sicurezza.

La preoccupazione principale dei nostri impreparati e scadenti politici, sia italiani che europei, è infatti quella di convincere ignari cittadini che Isis non è l’islam e che non bisogna confondere i jihadisti con chi pratica la religione musulmana. Inoltre, come tutte le persone arroganti e presuntuose, sottovalutano i nemici e pensano, o almeno così fanno credere,  di poter sconfiggere il terrorismo semplicemente controllando le persone sospette o limitando, quando è possibile, il loro ingresso in Europa. Ammesso che siano in buonafede – e non ne sono convinto – l’islamofilia che affligge i loro cervelli impedisce di guardare in faccia una realtà che va ben oltre la loro (poco fervida) immaginazione.

Chi crede che Isis sia formato soltanto da bande di spietati assassini, fanatici e drogati, compie un errore grossolano. Abbiamo visto i loro video, realizzati con una regia accurata e professionale. Abbiamo visto la loro incontrastata capacità di invadere i social con migliaia di pagine e account. Sappiamo che usano internet per scambiarsi informazioni, criptate e non, e che sono in costante contatto fra di loro, riuscendo a superare perfino i controlli dei nostri servizi segreti. I recenti attentati di Parigi e Bruxelles ne sono la prova.

Lo Stato islamico è un’organizzazione a diffusione capillare senza precisa collocazione, senza identità e confini definiti, ma soprattutto è una “forma mentis”, con precisi programmi di espansione, e non solo fra giovani della stessa generazione. La maggior parte delle persone ancora non se ne rende conto.

Nel suo incessante lavoro di indottrinamento, che non è solo quello imposto con pressioni e violenza ai ragazzi di Raqqa, ISIS ha recentemente rilasciato una nuova applicazione per Android rivolta ai bambini. La app, che apparentemente dovrebbe insegnare l’alfabeto arabo, è piena di riferimenti alle armi e al jihad.

Al Bayan Radio, che trasmette propaganda ISIS in Medio Oriente, via radio ed attraverso le sue applicazioni Android, ha messo a disposizione  l’applicazione sul  messaging cifrato Telegram e su altre piattaforme che ISIS utilizza comunemente. L’applicazione ovviamente non è disponibile sul Google Play Store, ma vi si può accedere attraverso file condivisi on-line.

The Long War Journal ha spiegato come funziona:

L’applicazione contiene giochi per memorizzare e imparare a scrivere le lettere arabe e canti islamici per contribuire ad insegnare l’alfabeto. I testi sono disseminati di terminologia jihadista, mentre altri giochi all’interno dell’app includono anche il vocabolario militarista con le più comuni parole di base. Termini come ‘carro armato,’ ‘fucile,’  ‘spada’, ‘munizioni’, ‘razzo’ sono tra i primi che vengono insegnati.

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Anche gli argomenti che avrebbero la presuzione di insegnare la matematica, come vedete nell’immagine, non sono molto diversi.

Si tratta sicuramente della prima applicazione jihadista rivolta esclusivamente ai bambini, ma è tutt’altro che l’unico esempio della determinazione in cui ISIS sta cercando di indottrinare i piccoli con la pretesa di educarli. Il gruppo ha pubblicato anche libri di testo che insegnano come utilizzare armi e ordigni per scopi terroristici.

I bambini hanno anche un posto di rilievo nelle foto e nei video che ISIS ha distribuito senza pietà attraverso le varie reti di propaganda. Essi vengono ripresi nei campi di addestramento e nelle scuole e poi mostrati online. Questo spinge ad una riflessione sui ragazzini che vivono in territori dell’ISIS o che vengono indottrinati al terrorismo in giovane età: potrebbe essere molto difficile invertire o sradicare l’deologia inculcata, anche quando il gruppo-guida di jihadisti adulti fosse sconfitto ed eliminato. Lo Stato islamico infatti sta già creando una nuova generazione di successori inclini o pronti all’azione.

Ecco perché non c’è tempo da perdere. Ecco perché non possiamo tollerare che si dica: “Ci vogliono anni per sconfiggere Isis”. Il momento è di agire è ora, subito, in ogni direzione. Ed è gia’ tardi.

Chiudo con un esempio destinato a chi è disposto a capire.

Il bambino che recentemente ha scoperto un bug di Instagram ha solo 10 anni e tecnicamente non avrebbe potuto neanche iscriversi, invece si è addentrato nel social network al punto di scovarne perfino gli errori. Ritengo che ci sia voluto anche del tempo da dedicare a tale approfondito studio… Ecco… ora immaginate che si fosse imbattuto in qualcosa d’altro..

Armando Manocchia   – – @mail