Un tempo villette per i militari americani di stanza a Sigonella, poi crocevia di interessi politici e malavitosi, in cui il sospetto di appalti guidati e assunzioni telecomandate si intreccia con quello di compravendita di voti e speculazione sulla pelle dei disperati. Insiders vi porta questa settimana dietro le quinte del CARA di Mineo, il centro d’accoglienza per richiedenti asilo in provincia di Catania, da mesi al centro di un mastodontico scandalo, che sempre più sembra delineare un ormai diffuso “business dei migranti”.
Le carte della Procura di Caltagirone suggeriscono che se i tempi si sono allungati è anche a causa del business da capogiro: 35 euro al giorno di indennità statali per ogni richiedente asilo che, moltiplicati per la capienza massima di 4.000 persone, fanno quasi 50 milioni all’anno. Le cifre non sembrano corrispondere con le condizioni denunciate dagli ospiti del centro.
In una dettagliata audizione alla “Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema di accoglienza e identificazione dei migranti nei centri d’accoglienza”, già lo scorso marzo il Procuratore capo di
Caltagirone, Giuseppe Verzera, aveva illustrato nel dettaglio le ombre sul processo di assegnazione dell’appalto per la gestione del CARA di Mineo, da parte della commissione giudicante in cui tra gli altri siedeva anche Luca Odevaine.