Legati a degli alberi e abbattuti, uno alla volta, con colpi alla testa. Così il drammatico racconto dell’unica sopravvissuta ad un massacro perpetrato da jihadisti dello Stato Islamico (Isis) nello Yemen. Il sito web di notizie cattoliche aleteia.org pubblica oggi la testimonianza del massacro del quattro marzo scorso quando quattro suore cattoliche ed altre 12 persone furono uccise durante un’assalto di uomini armati ad una casa di riposo gestita da una associazione benefica fondata da Madre Teresa.
Sorella Sally, la superiora delle Missionarie della Carità, uscita viva per miracolo, racconta ora l’orrore di quel giorno: un racconto di prima mano registrato da un’altra Missionaria della Carità, suor Adriana e trascritte a mano, come riferisce il sito.
Gli uomini dell’Isis “vestiti di blu sono arrivati, hanno ucciso la guardia e l’autista. Cinque giovani etiopi (cristiani) hanno cominciato a correre per avvertire le sorelle che l’Isis era qui per ucciderli. Sono stati uccisi uno per uno. Li hanno legati agli alberi, (…) li hanno colpiti al capo e distrutto le loro teste”. Inizia così il manoscritto pubblicato dal sito che prosegue: “Le suore scappavano in direzioni diverse e altri gridavano, ‘Non uccidete le sorelle’. Nel frattempo, sorella Sally correva al convento per cercare di mettere in guardia padre Tom.
La suora racconta ancora di avere visto di fronte a lei “tutte le sorelle e i collaboratori uccisi”, mentre i loro boia si dirigevano verso il convento dove si trovava lei. La suora riferisce allora di essersi nascosta nella stanza frigorifero, mentre i jihadisti la cercavano perchè “sapevano che c’erano cinque suore”.”Almeno tre volte (gli uomini armati) sono entrati nella stanza frigorifero” ha affermato la sopravvisuta che invece di cercare di nascondersi dice di essere rimasta “in piedi dietro la porta” senza essere notata: “Questo è stato miracoloso”, perchè “Dio ha voluto un testimone”, afferma oggi sorella Sally. (askanews)