Lo Stambeli è quel complesso di suoni e tradizioni che accompagna le cerimonie ed i rituali di trance e di possessione, eredità dei neri africani che, attraverso migrazioni di genti (e schiavi), ha spinto una parte della cultura sub-sahariana a fondersi e a creare una commistione con la tradizione sonora e culturale tunisina. Il canto accompagnato dal guembri e dalle nacchere metalliche (qaraqab o shaqshaqa) fa da tappeto sonoro ipnotico alla danza ed alle cerimonie producendo un impasto sonoro febbrile e contagioso, con un risultato non troppo distante dal Diwan algerino o dalla tradizione Gnawa marocchina, ma con un accento marcatamente tunisino.
Per salvare o innovare questa tradizione musicale tunisina è partito un progetto dell’Ong Art Solution finanziato dall’Unione europea nell’ambito del programma ”Drama, Diversity and Development in the MENA Region”, e messo in atto da Minority Rights Group International, Civic Forum Institute Palestine, Andalus Institute for Tolerance and Anti-Violence Studies e Price Claus Fund for Culture and Development.
Durerà tre mesi e avrà lo scopo di porre rimedio alla situazione critica in cui versano i portatori di questo unico patrimonio artistico e culturale, cercando di preservarlo e utilizzarne la ricchezza come fonte di sviluppo sociale, culturale ed umano.
Il progetto di Art Solution è concepito per sensibilizzare inoltre le autorità locali, gli attori culturali e i giovani artisti a proposito delle difficili condizioni di una tradizione in via di estinzione. Proprio per lottare contro questa tendenza, Art Solution si impegna a diffondere ogni aspetto di questa ricca eredità anche in vista di future collaborazioni tra i giovani artisti urbani interpreti del rap e dell’hip-hop e i gruppi musicali Stambeli. (ANSAmed)