Il Papa elogia il progetto pilota dei corridoi umanitari per profughi avviato di recente in Italia su iniziativa di Comunità di Sant’Egidio, Federazione delle Chiese Evangeliche Italiane, Chiese Valdesi e Metodiste, all’Angelus domenicale in piazza San Pietro.
“Come segno concreto di impegno per la pace e la vita – ha detto il pontefice argentino affacciato alla finestra del suo studio – vorrei citare l’iniziativa dei corridoi umanitari per i profughi, avviata ultimamente in Italia. Questo progetto-pilota, che unisce la solidarietà e la sicurezza, consente di aiutare persone che fuggono dalla guerra e dalla violenza, come i cento profughi già trasferiti in Italia, tra cui bambini malati, persone disabili, vedove di guerra con figli e anziani. Mi rallegro anche perché questa iniziativa è ecumenica, essendo sostenuta da Comunità di Sant’Egidio, Federazione delle Chiese Evangeliche Italiane, Chiese Valdesi e Metodiste”.
Proprio ieri il Papa ha ricevuto, dapprima nel palazzo apostolico e poi a pranza al residence Santa Marta, una delegazione di valdesi. Era la prima volta che questa Chiesa protestante veniva ricevuta in Vaticano. “Sono emerse – ha dichiarato al Notiziario evangelico (Nev) il pastore Eugenio Bernardini, moderatore della Tavola valdese – due aree di possibile collaborazione. La prima è la missione della chiesa in un mondo sempre più secolarizzato e lontano dall’Evangelo, una missione che si deve caratterizzare con linguaggi nuovi, senza intenti proselitistici ma nello spirito della libera testimonianza in Cristo. In secondo luogo, una collaborazione nel servizio al mondo e alla società, quella che noi chiamiamo diaconia e che papa Francesco: cioè essere al servizio degli ultimi.
Abbiamo anche parlato anche della grande tragedia dei profughi e dell’immigrazione che interroga il nostro continente europeo e naturalmente anche le nostre chiese”. Nella conversazione, proseguiva il Nev in nella ntoa di ieri, sono stati citati i corridoi umanitari promossi dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), dalla Comunità di Sant’Egidio e dalla Tavola valdese, e che hanno recentemente portato in Italia, legalmente e in sicurezza, già 97 persone considerate particolarmente vulnerabili. La prospettiva è di una collaborazione a livello europeo affinché il modello dei corridoi umanitari possa essere presentato ed adottato anche nell’ambito di altre nazioni del continente” (askanews)