In Libia è aumentato – se possibile – il vortice di caos e violenza che sembra aver vanificato i progressi diplomatici delle ultime settimane: dopo l’assalto lanciato due giorni fa dallo Stato islamico contro il principale hub petrolifero costiero del paese, quello di Al Sidra, ieri un gravissimo attentato dinamitardo di fronte a un centro di addestramento della polizia a Zliten ha causato almeno 50 vittime.
L’attacco non e’ stato ancora rivendicato, ma l’emittente panaraba “Al Jazeera” l’ha attribuito all’Isis, la cui presenza nel paese nordafricano e’ andata via via rafforzandosi dopo la frattura politica che ha portato alla nascita di due governi libici contrapposti, nell’estate del 2014.
Fonti giornalistiche indipendenti libiche segnalano che ormai le milizie dell’isis controllano buona parte della costa orientale della Libia, soprattutto le aree molto redditizie per il traffico di clandestini diretti in Italia. Si stima che ogni barcone produca un introito, per l’isis in Libia, non inferiore ai 50.000 dollari americani, denaro indispensabile per pagare “gli stipendi” ai terroristi in loco. E i barconi che partono dalle coste libiche controllate ora dall’isis sono almeno due al giorno, talvolta anche quattro al giorno.
Comunque, la domanda, dopo l’attentato di ieri, è “se ciò accelerera l’orologio di un intervento militare occidentale” nel paese, commenta Mattia Toaldo, analista per la Libia dell’European Council of Foreign Relations con sede a Londra.
Dopo che i governi dei due paesi hanno accettato di istituire un nuovo governo di unità nazionale in 40 giorni, l’Italia ha cominciato a pianificare l’intervento militare di una coalizione internazionale teso a stabilizzare il paese.
L’intervento militare, però, è complicato dall’estrema frammentazione dei soggetti politici e militanti in Libia: secondo Toaldo, è probabile che una risposta occidentale agli ultimi episodi di violenza, se mai dovesse esserci, sarebbe con ogni probabilità “perlopiu’ simbolica, ad esempio attraverso l’impiego di droni o di nuclei delle forze speciali”.
Anche secondo “Bloomberg”, l’Europa finira’ per lasciare che la Libia precipiti nel caos: “Nessuno vuole mettere gli stivali sul terreno, perciò qualunque coalizione internazionale sarà probabilmente limitata a piccole unità per l’addestramento e alcune forze speciali. C’e’ troppa anarchia”, spiega all’agenzia statunitense Arturo Varvelli, analista presso l’Istituto per lo studio della politica internazionale con sede a Milano.
Governo Renzi elimina reato di immigrazione clandestina
La guerra della Nato al dittatore libico Muammar Gheddafi, nel 2011, è stata l’emblema di “tutto quanto può andare storto”, e l’Europa ne ha ricavato un’esitazione che le impedisce di intervenire con decisione per porre rimedio alle conseguenze indesiderate di quell’intervento. Quindi, a meno di un intervento militare anglo-francese, come alcune fonti hanno riferito prima di Natale, l’isis continuerà a rafforzarsi in Libia ed ora ha addirittura messo le mani sull’intero “mercato” di clandestini verso l’Italia.
E a fronte di tutto questo, il governo italiano guidato da Matteo Renzi ha intenzione di cancellare il reato di clandestinità. Questa decisione, se sarà presa, sarà accolta con gioia, dall’isis in Libia, perchè servirà per facilitare e potenziare il traffico di esseri umani verso l’Italia che sta gestendo. I guadagni si moltiplicheranno, nolti più terroristi potranno essere pagati per combattere e la conquista di tutta la Libia sarà a portata di mano. Sempre che l’isis volgia fermarsi alla Libia, ovviamente. Perchè in molti messaggi di propaganda i terroristi islamici inneggiano invece alla conquista – armi in pugno – di Roma.
E’ allarmante? Probabilmente sì…
Redazione Milano IL NORD
Renzi è un pallone gonfiato ma, purtroppo, è appoggiato dalla Massoneria mondiale….e ci sta portando al disastro! Vorrei che qualcuno mi spiegasse perchè vuole annullare il reato di clandestinità….e Alfano cosa ci sta’ a fare in un governo del genere?