Forlì – E’ stato convalidato nella tarda mattinata di giovedì il fermo di Ben Ali Tarek, il tunisino di 32 anni, finito in carcere con l’accusa di aver ucciso l’anziano Rino Benini, lo scorso giovedì in una casa di Santa Maria Nuova. Il giudice ha quindi ratificato l’arresto e disposto il mantenimento in carcere dell’uomo, in attesa di nuovi interrogatori. Da parte sua il 32enne si è trincerato dietro il silenzio, non rilasciando dichiarazioni in udienza.
Secondo le ipotesi accusatorie dei carabinieri e della Procura della Repubblica di Forlì, l’incendio, con ustioni così localizzate solo sull’addome e il viso dell’anziano, sarebbe stato appiccato per nascondere le tracce dell’omicidio, facendolo passare come un incidente, causato da un rogo originato dalla coperta e poi estososi alla persona che vi si trovava sotto. A determinare la morte di Rino Benini, invece, è stato uno strangolamento, come scoperto durante l’autopsia.
Per quale motivo? I carabinieri ipotizzano un dissidio per motivi di denaro: 600 euro circa di cui il 32enne tunisino si sarebbe impossessato all’interno di quell’appartamento in cui viveva da circa un mese. A differenza di quanto ipotizzato inizialmente, il tunisino non si trovava in quella casa come sorta di badante saltuario, ma come ospite, mandato lì da un conoscente comune. Ben Ali Tarek ufficialmente è residente a Ravenna e ha alcuni precedenti per droga. Durante il litigio per i soldi, il tunisino, avrebbe quindi messo le mani al collo della vittima, uccidendola e poi, forse con l’ausilio di alcol, avrebbe appiccato le fiamme.