L’iracheno Majid Muhamad, arrestato a Bari dalla polizia di Stato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina nell’ambito di un’indagine più ampia sul terrorismo di matrice islamica, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare a firma del gup Giovanni Abbattista, ha già scontato in Italia 10 anni di carcere per terrorismo internazionale.
Il 45enne iracheno apparteneva ad una cellula con base in Italia, a Parma, e inserita nella black list dei gruppi terroristici internazionali, fondata nel 2001 da parte dell’emiro Mullah Krehar e attualmente dimorante in Norvegia.
Addestrato in Kurdistan – Muhamad, secondo quanto emerso dalle indagini di Milano, aveva il ruolo – come si legge negli atti notificati dalla procura di Bari – di “raccordo tra i capi dell’organizzazione transnazionale e l’attività dei membri della cellula italiana, con particolare riferimento all’approvvigionamento di documenti falsi” e all’accoglienza “in alcuni campi di addestramento dislocati nel Kurdistan e nella Siria, volontari per la jihad reclutati in Europa“. L’organizzazione – sempre secondo quanto accertato dagli investigatori di Milano – avrebbe fatto arrivare, in quegli anni, sullo scenario di guerra irachena centinaia di combattenti di cui almeno cinque sarebbero morti in attentati kamikaze contro obiettivi americani.
Era stato in Siria – Nell’ottobre del 2002 Majid Muhamad aveva lasciato l’Italia per recarsi in Siria da dove faceva la spola con il Kurdistan iracheno, occupandosi di gestire i volontari che dall’Italia venivano inviati dalla rete riconducibile ad Ansar al Islam nei campi di addestramento per poi combattere contro l’esercito americano.
Le indagini – Stando alle indagini coordinate dal pm Roberto Rossi, Majid Muhamad avrebbe promosso, diretto e organizzato l’ingresso illegale nel territorio dello Stato italiano di numerosi stranieri utilizzando documenti contraffatti. Fra marzo e settembre 2015 avrebbe fornito assistenza e alloggio a Bari a 11 cittadini di Pakistan, Egitto, Iran, Marocco e Turchia.
L’alloggio – In particolare, avrebbe prenotato stanze presso un affittacamere di Bari, riservandole per brevissimi periodi (uno, due giorni o, al massimo, una settimana) a cittadini extracomunitari non residenti o domiciliati in questa provincia ma provenienti da altre imprecisate zone e che poi avrebbero proseguito il loro viaggio verso altre destinazioni (italiane o estere).
Le intercettazioni – Nello stesso periodo la procura di Bari, attraverso intercettazioni telefoniche, ha accertato contatti dell’indagato con numerosi soggetti ritenuti contigui all’organizzazione terroristica Ansar Al Islam, alcuni dei quali arrestati nei giorni scorsi su disposizione della Procura di Roma. TISCALI