LONDRA – La sostenibilita’ della ripresa economica italiana, scrive in prima pagina l’editorialista del “Financial Times” Wolfgang Munchau, riguarda il futuro dell’Italia in Europa. Il commentatore si dice sorpreso dalle recenti dichiarazioni di Yoram Gutgeld, consulente economico del presidente del Consiglio italiano, Matteo Renzi, che la scorsa settimana ha affermato che gli sgravi fiscali e le riforme immunizzano il paese dagli sviluppi globali dei prossimi 12-24 mesi.
Certamente Gutgeld ha parlato da “spin doctor”, ma nessuno puo’ ritenersi immune, osserva Munchau, chiedendosi se il governo di Roma sia preparato ad affrontare l’impatto sull’Europa del rallentamento della Cina e di altri mercati emergenti.
Gli ultimi dati preliminari sul prodotto interno lordo dell’area dell’euro mostrano che il rallentamento e’ iniziato. Il tasso italiano di crescita si e’ ridotto di trimestre in trimestre: 0,4 per cento nel primo; 0,3 nel secondo; 0,2 nel terzo.
“L’euro non ha portato altro che stagnazione all’Italia”, prosegue, sottolineando che il Pil reale e’ lo stesso del 2000, l’anno successivo al lancio della moneta unica, e del nove per cento inferiore al livello pre crisi, nel 2008.
“Se l’Italia non riesce a riprendersi con forza da questa recessione, e’ difficile vedere come possa rimanere nell’eurozona. A un certo punto potrebbe essere nell’indiscusso interesse economico del paese uscire e svalutare“, continua Munchau, dichiarandosi scettico sulle possibilita’ di ripresa.
Il primo motivo sta, appunto, nelle cifre; il secondo nella mancata ristrutturazione delle banche italiane e il terzo nelle scelte di politica fiscale.
Secondo l’autorevole firma del Fiancial Times, nel sistema bancario italiano non e’ ancora stata fatta la pulizia necessaria, come dimostrano l’alta percentuale di prestiti non performanti, del dieci per cento, e la sostanziale insolvenza di molti piccoli e medi istituti.
Renzi, come prima di lui Silvio Berlusconi, ha scelto di tagliare l’imposta sulla casa, una misura che puo’ portare voti ma non cambiare l’economia; e’ una strategia pericolosa in caso di uno shock economico con un settore bancario debole.
L’Italia dovrebbe registrare un deficit del 2,2-2,4 per cento nel 2016, contro l’1,4 per cento previsto precedentemente. Allentare la morsa dell’austerita’ non e’ sbagliato, ma se cio’ avviene contestualmente a una crisi bancaria quel 2,4 per cento di disavanzo potrebbe diventare un 3,4 o un 4,4.
A quel punto, prevede Munchau, la politica dovrebbe di nuovo imporre il rigore con un rallentamento economico in corso e potrebbe insediarsi un altro governo tecnico. L’Italia, conclude, potrebbe scegliere di lasciare l’eurozona per motivi politici, ma, se i calcoli di Renzi si rivelassero sbagliati, potrebbe trovarsi a deciderlo per motivi economici.
Redazione Milano – IL NORD