Lo scopo dello scandalo del doping, come quello della FIFA, sono passi verso una nuova guerra fredda
Che nel mondo dello sport circolino tanti soldi e con essi anche sostanze dopanti è un fatto risaputo. Che i Paesi, che facevano parte del blocco sovietico, facessero ampio uso di additivi chimici per dimostrare che il cosiddetto socialismo reale primeggiasse nello sport è pure un fatto conosciuto. Ciò induce a sospettare che la Russia abbia continuato a praticare queste cattive abitudini e che quindi sia giustificata la richiesta dell’Agenzia mondiale antidoping di bandire gli atleti russi da tutte le competizioni ed in primo luogo dai Giochi olimpici che si terranno l’anno prossimo in Brasile. Ma questa richiesta desta alcuni interrogativi, anche perché si inserisce in un clima creato ad arte di nuova guerra fredda contro la Russia di Putin. Il tutto ricorda il recente attacco contro la FIFA e contro il suo Presidente, lo svizzero Sepp Blatter, accusato di aver manovrato per assegnare i mondiali di calcio alla Russia e poi al Qatar. Ma procediamo con ordine.
Il primo interrogativo riguarda la decisione dell’Agenzia mondiale antidoping di rendere pubbliche solo l’inchiesta sugli atleti russi, “secretando” invece l’inchiesta riguardante atleti di altri Paesi. L’obiettivo appare chiaro: agli occhi dell’opinione pubblica il cattivo doveva essere la Russia di Putin, perciò svelare comportamenti irregolari di atleti di altri Paesi avrebbe nuociuto al successo dell’operazione mediatica.
Il secondo interrogativo riguarda queste organizzazioni sportive che vanno dalla FIFA (calcio) allo IAAF (atletica) al CIO (Comitato internazionale olimpico). Queste organizzazioni non sono controllate da nessuno e la loro gestione è a essere gentili molto opaca. Grazie ai diritti televisivi e alle sponsorizzazioni gestiscono però un enorme ammontare di soldi. E uno più uno fa due: soldi più mancanza di controlli seri portano diritti diritti alla corruzione e alle malversazioni. Dunque la credibilità di queste organizzazioni è molto bassa.
Il terzo interrogativo riguarda la recente clamorosa vicenda della FIFA. A me piace credere a Sepp Blatter, il quale sostiene che lo scandalo sia stato montato dagli Stati Uniti, poiché è stato trasgredito l’accordo (segreto) di attribuire i mondiali di calcio prima alla Russia e poi agli Stati Uniti. Quindi, gli Stati Uniti, che si ergono a paladini della correttezza e della trasparenza, non avrebbero detto nulla se il Qatar non avesse fatto saltare questa intesa. E il Qatar ha avuto successo grazie a Michel Platini il quale su richiesta del presidente francese di allora Nicholas Sarkozy ha convinto molti Paesi europei a preferire l’emirato arabo. Il successo di Parigi è stato immediatamente ricambiato dal Qatar – come sostiene Blatter – con una grande commessa di aerei da combattimento francese Rafale. Anche in questo caso l’attenzione si è spostata sulla Russia accusando di fatto Blatter di essere una marionetta nelle mani di Putin.
In realtà questi episodi dimostrano la volontà di creare un clima di nuova “guerra fredda”. La Russia di Putin deve essere dipinta come la continuazione dell’Unione Sovietica e come una nuova versione della vecchia dittatura comunista. Insomma la Russia – l’opinione pubblica occidentale deve esserne convinta – è il nemico. Queste operazioni mirano indubbiamente a questo obiettivo: i russi non sono credibili, devono essere temuti, bisogna diffidare della Russia di Putin, bisogna isolarla e prepararsi a combatterla. Lo sport è lo strumento ideale per diffondere questo messaggio anche tra la popolazione occidentale che non si interessa delle questioni politiche e ancor meno di quelle di politica estera.
Ma è giustificata la demonizzazione della Russia di Putin? La narrazione dei media occidentali dell’annessione della Crimea e della guerra in Ucraina è infatti molto discutibile. Dopo l’implosione dell’Unione Sovietica e il crollo del Patto di Varsavia, il Cremlino ha assistito ad una continua espansione della NATO verso Est. Dato che l’Alleanza Atlantica è un’alleanza militare è logico che i russi si siano convinti che la NATO considerasse la Russia come il nemico. Quando poi questa espansione ha mirato ad inglobare nella NATO anche Georgia, prima, ed Ucraina, in seguito, la reazione di Mosca è stata inevitabile. Addirittura in Ucraina l’Occidente ha sostenuto gli autori di un colpo di stato vendendolo in Occidente come una rivolta popolare e ha usato la crisi ucraina per cercare di provocare una crisi finanziaria in Russia nella speranza che Putin venisse rovesciato. Falliti questi tentativi si continua però nella demonizzazione della Russia. Il moltiplicarsi di queste operazioni propagandistiche è preoccupante: gli Stati Uniti stanno infatti creando ad arte un clima di guerra e l’Europa, che dovrebbe reagire, si accoda alle manovre americane. Qualcosa di molto simile sta avvenendo in Asia, dove si sta demonizzando la Cina.
Ci sarà da vedere fino a che punto arriverà Washington che non tollera la resurrezione della Russia e l’affermazione della Cina, poiché mettono alla prova la preminenza della superpotenza statunitense e la sua gestione dell’ordine mondiale.
Alfonso Tuor – – www.ticinonews.ch