Ulivi: è più fastidiosa la Xilella o la Giustizia? Uccisi oltre 1100 ‘Patriarchi del Salento’
di Armando Manocchia @mail
“Quando l’ultimo albero sarà stato abbattuto, l’ultimo fiume avvelenato, l’ultimo pesce pescato, ci accorgeremo che non si potrà mangiare il denaro. La nostra terra vale più del denaro. E durerà per sempre*
Per proteggere gli ulivi – spiega Armando Manocchia – , la loro sacralità, la loro forza e la loro capacità di sopravvivere al tempo e ad ogni avversità, patrimonio naturale del martoriato Salento e della Puglia tutta, e non ultimo per difendere il territorio dalle speculazioni edilizie scende in campo il Popolo degli Ulivi, cittadini uniti e riuniti nella lotta contro l’eradicazione come il ‘Coordinamento dei presidi in difesa della terra e degli ulivi’ i quali indagano, pedinano, sorvegliano il nemico che, nell’osservanza della Legge, porrà in atto il ‘genocidio degli ulivi’.
A quel nemico che nell’immaginario collettivo si chiama Giustizia, a quella Legge, il Popolo degli ulivi ribatte addirittura con Cicerone: “(…) Siamo nati alla giustizia, e il diritto non è stato fondato per una convenzione, ma sulla natura stessa” e così, i Cittadini con o senza lavoro, con o senza partito, con o senza speranza, uniti contro l’eradicazione degli ulivi, esattamente come nell’eroico gesto di piazza Tienanmen, ogni volta che l’esercito della Legge come in una operazione militare, con tanto di uomini e mezzi si recano nell’uliveto da menomare, eradicare, abbattere, questi uomini e donne, con coraggio e una tenacia mai vista prima, si frappongono fisicamente tra i Giganti della terra e le ruspe del nemico onde evitare l’eradicazione degli ulivi.
Gli agricoltori e non come qualcuno scrive ‘i proprietari degli ulivi’ perché: “(…) fin che il sole splenderà e l’acqua scorrerà, darà vita a uomini e animali. Non si può vendere la vita degli uomini e degli animali; è stato il Grande Spirito a porre qui la terra e non possiamo venderla perché non ci appartiene. Possiamo contare il nostro denaro e bruciarlo nel tempo in cui un bisonte piega la testa, ma soltanto il Grande Spirito sa contare i granelli di sabbia e i fili d’erba della nostra terra….”*, colpiti dalla malattia o che si trovano nel raggio di cento metri dalle piante infette della zona sono già stati raggiunti da numerosi nuovi decreti che prescrivono l’eradicazione.
Per ogni pianta sradicata è previsto un indennizzo dal piano che arriverà proprio in questi giorni.
Sul fronte della ricerca, 1 milione di euro è destinato a finanziare, per un tetto massimo di 200mila euro per ognuna di esse, realizzate in rete tra enti pubblici, privati e associazioni, che possono parteciparvi come “promotori”, “attuatori”, “finanziatori”, anche nei tre ruoli contemporaneamente. Quattrocentomila euro invece, sono destinati a soggetti pubblici a privati che facciano sperimentazioni “a cielo aperto.
Il Commissario straordinario all’emergenza xylella Silletti chiede al Parlamento un giro di vite. Secondo lui e i suoi consulenti il batterio avanza inesorabilmente e minaccia gli ulivi anche nella provincia di Bari. “Al momento – ha affermato in audizione in commissione Agricoltura del Senato – risultano abbattute 433 piante di ulivo in provincia di Lecce e 664 in provincia di Brindisi”. “Lo stato epidemiologico – ha aggiunto – attualmente, risulta accertato nei territori di 56 comuni della provincia di Lecce e 5 della provincia di Brindisi e si riscontra un galoppante avanzamento dell’ epidemia”, assicura, “soprattutto nella provincia di Brindisi”. E sono state “accertate infezioni nell’agro di Oria con due nuovi focolai, Cellino S.Marco, S.Pietro Vernotico, Brindisi e soprattutto Torchiarolo”.
*La citazione è la seguente: “Quando l’ultimo albero sarà stato abbattuto, l’ultimo fiume avvelenato, l’ultimo pesce pescato, ci accorgeremo che non si potrà mangiare il denaro. La nostra terra vale più del denaro. E durerà per sempre. Non verrà distrutta neppure dalle fiamme del fuoco. Fin che il sole splenderà e l’acqua scorrerà, darà vita a uomini e animali. Non si può vendere la vita degli uomini e degli animali; è stato il Grande Spirito a porre qui la terra e non possiamo venderla perché non ci appartiene. Possiamo contare il nostro denaro e bruciarlo nel tempo in cui un bisonte piega la testa, ma soltanto il Grande Spirito sa contare i granelli di sabbia e i fili d’erba della nostra terra….” PIEDE DI CORVO – SIKSIKA – PIEDINERI
Foto: Il GIGANTE DI FELLINE è un olivo millenario che ha una circonferenza alla base di 12 metri, ed una chioma di 14. Nel 2014 il Gigante aveva vinto il premio come Albero dell’anno, ma a causa di un ricorso presentato dall’Emilia Romagna, il premio è stato conferito ad un platano. Il Gigante è rimasto lì, intatto ed incolume, divenendo lungo il 2014 e poi nel 2015, l’emblema della sacralità degli ulivi, della loro forza e della loro capacità di sopravvivere al tempo e ad ogni avversità, SIMBOLO DEL POPOLO DEGLI ULIVI in lotta contro i baroni xylellisti.
Come scrive salviamoilpaesaggio addirittura gli ulivi risorgono da sè, smascherando la bufala del “batterio killer”. In Puglia ora, sul “mal affaire Xylella” pendono pesanti gli spettri della speculazione del mercato della biomasse, delle multinazionali della agro-chimica industriale, persino, degli OGM per produzione di biocarburanti, come quelli di mille speculazioni consuma suolo. Per non parlare del boicottaggio dell’olio italiano, in favore di quello tunisino! Piu’ olio d’oliva dalla Tunisia in UE, nuovo attacco all’economia italiana
Ora, di fronte agli olivi che risorgono più onorevole sarebbe un “scusate ci siamo sbagliati!”, invece crediamo sia anche possibile assistere ancora a disonorevoli arrampicate falso-scientifiche ed illogiche sugli specchi! Questa segnalazione doveva venire data con giubilo da quegli stessi tecnici, ma invece … nulla, e come sempre devono essere giornalisti attenti e cittadini a colmare queste preoccupantissime mancanze!