Un episodio inquietante, che richiama alla memoria precedenti che nessuno vorrebbe rivivere.
A Goteborg, in Svezia, i negozi di alcuni cristiani assiri sono stati imbrattati con la famigerata “N” di Nazareno, con cui i tagliagole di Isis erano soliti contrassegnare le case dei cristiani nel sedicente Califfato, soprattutto nella zona di Ninive. Lo riporta il quotidiano svesese Dagens Nyheter.
Come testimonia anche Il Foglio, la cittadina svedese è considerata una fucina per il reclutamento jihadista. Almeno 150 persone sarebbero partite per combattere in Medio Oriente.
Un ristoratore cristiano assiro, Markus Samuelsson, ha trovato i muri del proprio locale imbrattati con frasi come “convertitevi o morirete” e “il Califfato è qui”. La polizia svedese ha aperto un’inchiesta per individuare gli autori delle minacce. Quello che è certo è che si tratta di una vicenda che riporta ai massimi livelli l’attenzione per due fenomeni inquietanti e in parte complementari: la cristianofobia e il terrorismo di matrice jihadista. il giornale
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IL PD DIFENDE GLI ISLAMICI
“Prendiamoli a fucilate sti decerebrati islamici”: questa la frase scritta sul proprio profilo Facebook del sindaco di Sorisole (Bergamo) Stefano Vivi, avvocato leghista a capo di una giunta di centrodestra.
Scritta che commentava un articolo di un quotidiano su scritte contro i cristiani nella citta’ svedese di Goteborg. Ha avuto subito il plauso dell’ex sindaco leghista di Ponteranica Cristiano Aldegani: “Bravo Stefano Vivi, hai scritto quello che tantissimi pensano. Se uno viene a scrivermi sul muro perche’ sono cristiano, minacce di morte tipo ‘convertiti all’Islam o muori’ gli tiro davvero. Ne abbiamo piene le palle e le guance le abbiamo finite”.
Immediata la condanna dei deputati Pd Antonio Misiani ed Elena Carnevali, che (invece di preoccuparsi dei cristiani minacciati di morte) hanno scritto: “Mai come in questo momento e’ necessario, in primo luogo per chi riveste un ruolo istituzionale, evitare di alimentare l’intolleranza e l’odio religioso. Il commento estremista del sindaco leghista di Sorisole va purtroppo in una direzione esattamente opposta.
Usare espressioni violente come quelle scritte su Facebook dal sindaco Vivi vuol dire mettersi sullo stesso piano, dal punto di vista dei toni e dei contenuti, dei fanatici dell’Isis che in Svezia hanno inneggiato al califfato islamista”. (AGI) .