Riscaldamento globale, De Scalzi (Eni): necessario assegnare un prezzo alla CO2

 

 

“E’ un fatto importante che dieci compagnie che rappresentano un quinto della produzione mondiale abbiano riconosciuto l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale nel limite dei due gradi. Una volta accettato di farlo non possono non trarne tutte conseguenze”.

Cosi’ l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, intervistato dal Corriere della Sera, parla dell’intesa annunciata a Parigi assieme ai ceo di Bg Group, Bp, Pemex, Reliance Industries, Repsol, Saudi Aramco, Shell, Statoil e Total.

“Gli impegni”, spiega ancora Descalzi, “sono lasciati a ogni compagnia, in questo momento siamo concentrati su temi precisi, come appunto il riconoscimento del limite dei due gradi, la spinta verso l’efficienza energetica e la riduzione delle emissioni. Alcuni di noi, tra cui l’Eni, riconoscono la necessita’ di assegnare un prezzo alla CO2 e di ridurre il flaring (la pratica di bruciare il gas in eccesso estratto con il petrolio, ndr.). Dal 2005 a oggi queste societa’ hanno gia’ diminuito le loro emissioni del 20%. L’Eni del 27% nel periodo 2010-2014″.

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All’appello mancano pero’ i colossi americani. “Spero che in futuro partecipino”, afferma Descalzi, “ma e’ vero che c’e’ una visione diversa. Non si deve contrapporre pero’ il libero mercato all’ambiente: quando la posta in gioco e’ cosi’ elevata i concetti liberistici vanno riconsiderati e guidati. Nessuno attacca il libero mercato, sia chiaro, ma se diciamo che dobbiamo promuovere energia low carbon non puo’ essere il mercato a farlo. E per promuoverla dobbiamo anche penalizzare chi emette troppa CO2”. (AGI) .

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