Il presidente Usa Barack Obama ha tratteggiato uno scenario catastrofico per l’intero Artico se non verrà risolta rapidamente la questione dell’effetto serra: nazioni sommerse, città abbandonate e profughi in fuga ovunque. Questo il monito lanciato da Obama, al secondo giorno del suo viaggio in Alaska.
Obama – come mai fatto finora – sprona l’America e il mondo intero a fare di piu’ contro gli effetti disastrosi dei cambiamenti climatici. Lo fa dall’Alaska, dove con lo sciglimento in atto dei ghiacciai dell’Artico i danni provocati dal surriscaldamento della superficie terrestre sono piu’ visibili che altrove, anche ad occhio nudo. DOVE? DOVE?
Ma il presidente, pur scagliandosi in questa appassionata filippica contro il caldo, per impressionare i fanatici salvatori del pianeta, è il primo a non crederci minimamente. Anzi, sa benissimo che il riscaldamento globale non esiste, se non nelle menti di chi lo ha inventato a scopo di lucro e degli ingenui creduloni al seguito.
Quindi l’accaldato marito di Michelle ordina ben 3 navi rompighiaccio. Nell’Artico, preziosa via d’acqua d’estate e fonte di inesplorate risorse minerarie sul fondo, vede la Russia fare la parte del leone, a colpi di navi rompighiaccio, in cui Mosca ha una nettissima superiorita’ di 41 a 2 contro gli Usa. Russi che peraltro si apprestano a vararne altre 11.
In tale gara contro il gelo si sta inserendo anche la Cina che ha riammodernato un rompighiaccio nel 2012 e ne sta costruendo un altro.
Per non restare indietro Barack Obama ha ordinato la costruzione di nuove unita’ in grado di aprirsi la strada tra i ghiacci. La prima unita’ sara’ pronta tra il 2020 ed il 2022 ma si limitera’ a sostituire una delle due esistenti e poi ha chiesto al Congresso i fondi per una terza. Farà freddo e lo sanno tutti.