avvocato Marco Mori
Ancora una volta Laura Boldrini, il Presidente della Camera, ovvero la terza carica dello Stato, riparte all’attacco della sovranità nazionale. Sul Corriere della Sera, rilanciando poi la sua delirante sciocchezza anche su facebook, tuona contro l’Italia e chiede apertamente la fine della nostra Repubblica per sostituirla con gli Stati Uniti d’Europa.
“Tutti hanno preso atto dei limiti di questa Unione e hanno capito che bisogna andare avanti sulla strada dell’integrazione politica“, tuona.
Perfetto! La Boldrini confonde la causa della crisi economica con la sua cura. Spaccia quello che stiamo passando per un evento “esterno” e propone gli Stati Uniti d’Europa per superare quei problemi che proprio l’UE ha invece cagionato. Non solo, secondo il Presidente della Camera, anche l’immigrazione va risolta con gli Stati Uniti d’Europa benché, anche su questo aspetto, proprio le politiche dissennate e guerrafondaie dell’Unione, nonché il sistematico sfruttamento economico dei Paesi più poveri, ne rappresentino la prima e più diretta causa. Peraltro non mi stupisce affatto che si invochi più Europa per vincere l’emergenza immigrati. Tale dramma infatti è stato voluto proprio per affermare questo e spingere ulteriormente su un’opinione pubblica sempre più allo sbando per la costante cooptazione dei media.
Ma leggiamo quanto scrive la Boldrini:
Avete letto? Vedete, non sono tanto gli aspetti che ho menzionato sopra ad indispettirmi di più nella dichiarazione del Presidente della Camera (il maiuscolo è per il rispetto all’Istituzione e non alla persona che la occupa). Infatti non pretendo certo che una persona come lei possa conoscere i contenuti dei trattati. Ovviamente i concetti di cessione di sovranità monetaria e di cessione di sovranità economica, e di come essi inneschino nei fatti la crisi economica, sono oltre le sue possibilità di comprensione. Per capire sarebbe necessaria una preparazione giuridica ed economica che non possiede e certamente le servirebbe anche una buona dose di umiltà che le consentisse di ascoltare in silenzio chi potrebbe insegnarle molto.
Quello che trovo invece inaccettabile, quello che non tollero, è che il Presidente della Camera sia addirittura una totale analfabeta Costituzionale. Il suo ruolo, nonché il giuramento prestato, non contemplano una tale macroscopica deficienza. E questo è ovviamente il modo di vedere le cose più favorevole a Laura Boldrini. Altrimenti dovrei, nel rivolgermi a lei, parlare esclusivamente di pericolosa sovversiva.
Perché, se fosse pienamente consapevole di quello che sta facendo, non potrebbe che essere ritenuta responsabile di reati contro la personalità dello Stato, visto che vuole cancellare il potere d’imperio di esso sul territorio italiano. (Leggersi gli artt. da 241 in poi del codice penale…)
L’affermazione del Presidente della Camera resta comunque eversiva benché l’eventuale dolo, oppure la presenza di un semplice (si fa per dire) analfabetismo costituzionale, potrà essere appurato solamente dalla Procura della Repubblica. Tuttavia, ad onor di cronaca, non si può dimenticare che la Boldrini è pure recidiva. La Laura anti-nazionale ha infatti addirittura chiesto in passato di “vincere le resistenze alla cessione di sovranità”
Per tale frase ho reso disponibile sul mio sito (www.studiolegalemarcomori.it) una denuncia penale per istigazione a delinquere comodamente scaricabile da ogni cittadino. Peraltro la precedente “uscita” era seconda per violenza democratica unicamente a quella, davvero vergognosa, pronunciata da Mario Monti quando definì la crisi lo strumento per costringerci a cedere sovranità, poiché il costo di non fare le riforme diventa con essa superiore a quello di farle.
Ma veniamo al merito. So che la Boldrini ha la querela facile e dunque è bene argomentare perché affermo che è un’analfabeta costituzionale…
Ovviamente scherzo, non temo le denunce della Boldrini come non temo quelle di chiunque stia collaborando nel progetto di distruzione della democrazia in Italia. Non mi dispiacerebbe affatto subire un processo, anche come imputato quindi, in cui finalmente si dibattesse specificatamente di sovranità e Costituzione. Ho la presunzione di pensare che creerei grossi problemi a parecchie “teste quadre” pro-euro. L’importanza di argomentare resta però. Far capire davvero a tutti perché chi chiede gli Stati Uniti d’Europa è un’analfabeta Costituzionale è fondamentale.
L’art. 139 Cost. dispone che la forma repubblicana dello Stato non soggetta a revisione costituzionale. È dunque immutabile, è definitiva. Che cosa si intende per forma repubblicana? Ovviamente si intende uno Stato italiano in cui la sovranità appartiene al popolo italiano sul suo territorio. Ed ecco il cuore del problema. Se “condivido” la sovranità per creare un nuovo Stato come richiesto dalla Boldrini (curioso che non abbia parlato di cessione, le sono forse fischiate le orecchie per le denunce depositate in tutta Italia?) significa, sic et simpliciter, che si cancella lo Stato italiano nelle sue componenti di territorio, popolo e relativo potere d’imperio su di esso. Nella nuova nazione il popolo italiano sarà solo uno dei tanti e non avrà più la sovranità, neppure su quel territorio che oggi si chiama Italia (quando si dice non essere padroni in casa propria…). Ergo come può parlarsi ancora di forma Repubblicana dell’Italia se l’Italia stessa cessa d’esistere come Stato?
Che piacciano o meno gli Stati Uniti d’Europa (a me non piacciono soprattutto nell’attuale forma di criminale dittatura finanziaria) questo è un progetto vietato dalla nostra legge fondamentale, è un progetto eversivo nel più pieno senso del termine.
L’On. Piero Calamandrei, deputato dell’Assemblea Costituente, fu chiarissimo sul punto già nel 1947, e ciò proprio durante lo stesso dibattito dell’Assemblea. Calamandrei ammonì tutti i colleghi deputati, forse anche per la sua posizione favorevole ad una futura Europa federale, che con l’approvazione dell’art. 139 Cost. la forma Repubblicana diventava definitiva e che dunque nemmeno la maggioranza avrebbe più potuto sovvertirla. Ma l’Assemblea che concepì la legge fondamentale della Repubblica italiana decise comunque di rendere definitiva la forma Repubblicana.
Ecco le parole di Calamandrei, certo che anche la Boldrini le leggerà grazie in particolare all’instancabile lavoro di diffusione sui social di voi carissimi e fortemente patriottici lettori:
“Un’ultima osservazione, e avrò finalmente terminato. Onorevoli colleghi, c’è nella Costituzione un articolo 131 che dice: «La forma repubblicana è definitiva per l’Italia e non può essere oggetto di revisione costituzionale». Voi sapete che il progetto ha adottato il sistema della Costituzione rigida, cioè della Costituzione che non potrà essere variata se non attraverso speciali procedimenti legislativi, più complicati e più meditati di quelli propri della legislazione ordinaria: in modo che le leggi si potranno distinguere d’ora in avanti in leggi ordinarie, cioè in leggi che si possono abrogare e modificare con un’altra legge ordinaria, ed in leggi costituzionali che sono leggi per così dire più resistenti, leggi modificabili soltanto cogli speciali procedimenti di revisione stabiliti dalla Costituzione. Ma con questo articolo 131 (nds divenuto poi l’art. 139 nella numerazione definitiva) par che si introduca una terza categoria di leggi: quelle che non si potranno giuridicamente modificare nemmeno attraverso i metodi più complicati che la Costituzione stessa stabilisce per la revisione.
Dunque, la forma repubblicana non si potrà cambiare: è eterna, è immutabile. Che cosa vuol dire questa che può parere una ingenuità illuministica in urto colle incognite della storia futura? Vuol dire semplicemente questo: che, se domani l’Assemblea nazionale nella sua maggioranza, magari nella sua unanimità, abolisse la forma repubblicana, la Costituzione non sarebbe semplicemente modificata, ma sarebbe distrutta; si ritornerebbe, cioè, allo stato di fatto, allo stato meramente politico in cui le forze politiche sarebbero di nuovo in libertà senza avere più nessuna costrizione di carattere legalitario, e in cui quindi i cittadini, anche se ridotti ad una esigua minoranza di ribelli alle deliberazioni quasi unanimi della Assemblea nazionale, potrebbero valersi di quel diritto di resistenza che l’articolo 30 del progetto riconosce come arma estrema contro le infrazioni alla Costituzione.
Houston abbiamo un problema! Gli Stati Uniti d’Europa impongono un’azione eversiva per la loro creazione… Gli Stati Uniti d’Europa non si possono fare…
Laura Boldrini, cara Presidenta del “porcellum”, capisco i suoi evidenti limiti giuridici ed economici, ma che vogliamo fare?