di Giuseppe Masala
Un funzionario dell’Unione Europea ha dichiarato che le istituzioni di Bruxelles stanno creando un Team di Risposta Rapida alla (presunta) “propaganda russa”.
Questo Team sarà parte integrante del SEAE (European External Action Service) e sarà composto da circa una decina di persone — provenienti da alcuni paesi europei — e con la caratteristica di avere tra i propri skills un russo fluente.
Tra i compiti del Team — che entrerà in servizio operativo a partire dal prossimo primo Settembre — vi è quello di monitorare la “propaganda russa” e quello di consigliare le media’s company e le istituzioni nazionali sulle azioni da porre in essere per contrastarla.
Sempre secondo l’Unione Europea tutto questo può essere visto come la risposta delle Istituzioni di Bruxelles alla richiesta — fatta nel Marzo scorso dai capi di stato nazionali — di azioni in risposta “alla campagna di disinformazione posta in atto dai mass media russi”. (Ne hanno di coraggio a ribaltare a realtà, ndr)
A prima vista la notizia potrebbe essere derubricata tra le note di colore e tra le varie bizzarrie provenienti dall’Unione Europea quali, per esempio, il divieto di vendita di cetrioli con un diametro inferiore a quanto previsto dal Regolamento Europeo in materia. Ma ad un analisi più attenta però le cose sono ben diverse: l’informazione è materia strategica che plasma la coscienza e gli intendimenti dei popoli, dunque la notizia è da considerarsi di primaria importanza.
In sostanza l’Unione Europea dichiara ufficialmente di avere messo sotto commissariamento politico le informazioni — diffuse nel territorio europeo — riguardanti la Federazione Russa. Una decisione che, da un lato, va a confliggere con uno dei principi cardine delle democrazie liberali ovvero l’indipendenza assoluta degli organi di informazione rispetto al potere politico e che dall’altro lato è un paradosso degno di un universo orwelliano: per contrastare la presunta propaganda russa si procede ad istituire un team — dipendente da istituzioni politiche — incaricato di studiare una efficace propaganda antirussa.
L’ultimo dato curioso che non può non essere sottolineato è che questa notizia ha avuto risalto sia sui media russi, sia su quelli ucraini ed americani. I media europei (oggettivamente i più interessati) invece non hanno minimamente informato i lettori di questa novità sorprendente: Quando si dice avere “la coda di paglia”.
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