L’ultimo orrore: l’Isis ha decapitato e crocifisso 12 combattenti salafiti a Sirte. Il premier libico: genocidio
Non si fermano le violenze nello Stato maghrebino. Accuse dal governo alla comunità internazionale: ci avete abbandonato
L’Isis ha “decapitato” e crocifisso dodici combattenti delle milizie salafite libiche impegnate per cacciare i jihadisti da Sirte. Questo nuovo orrore è stato riportato dall’agenzia libica Lana, come riferisce Le Parisien. Già ieri l’Isis aveva compiuto una strage nell’ospedale della città natale di Gheddafi, uccidendo 22 pazienti.
Presidente libico: a Sirte genocidio – Il premier libico Abdullah Al-Thinni accusa la comunità internazionale di ignorare le violenze e le uccisioni perpetrate dall’Isis a Sirte e di tradire la Libia. In una dichiarazione pubblicata sulla pagina facebook del governo di Tobruk, il primo ministro accusa lo Stato islamico di “genocidio”, appellandosi alla comunità internazionale affinche’ aiuti la Libia a sbarazzarsi dei terroristi, criticando ancora una volta l’embargo imposto dal consiglio di Sicurezza dell’Onu sull’ingresso delle armi in Libia. Il riferimento è al massacro avvenuto negli ultimi giorni a Sirte, ormai, secondo le fonti locali, interamente sotto controllo dell’Isis.