La Fondazione Giovanni Paolo II (Cattolica) di Campobasso addebita alla Regione Molise la decisione di sospendere l’erogazione dei cicli di chemioterapia. “Abbiamo adottato la decisione – si legge in una nota della Fondazione – a seguito di un decreto del Commissario regionale che ha sospeso dal 1 luglio le tariffe di alcune prestazioni che considera extra-Lea e quindi tutti gli enti interessati sono tenuti ad adeguarsi, senza possibilita’ di scelta.
La nostra struttura, per oltre un mese ha continuato ad erogare, in forma appropriata come sempre, tali prestazioni nella speranza che la regione modificasse tale incomprensibile decisione. Non solo ma, a tutt’oggi, sta continuando a curare tutti i pazienti che avevano iniziato i cicli in data antecedente alla nota di sospensione. Inoltre ha fatto presente, in tutti i modi possibili, che non si possono considerare extra-Lea tali prestazioni chemioterapiche, spesso salvavita, e che nessuna regione, anche se in piano di rientro, ha mai fatto cio'”.
L’Irccs ricorda, infine, che vanta crediti per gli anni 2012-2013-2014 sul saldo delle prestazioni e “nonostante tutto sta continuando a lavorare tra mille difficolta’, con i fornitori che si lamentano e con notevoli danni per gli interessi bancari”. “Ci sembra pertanto ingenerosa, e poco elegante – chiude il comunicato -, l’accusa alla Fondazione di attenzione al mero aspetto economico, perche’ siamo un ente no-profit. Ci chiediamo quali sono le motivazioni per un tale atteggiamento ostile e soprattutto se persiste ancora l’interesse della regione Molise ad avvalersi della nostra struttura”. (Agi)