Una grave penuria idrica colpisce le città del nord del Mali già sconvolte dalla guerra. A Kidal solo i generatori della Croce Rossa consentono di pompare l’acqua dai pozzi, ma le quantità sono insufficienti e la popolazione accusa le truppe internazionali di utilizzare troppa acqua per le proprie necessità.
“È davvero una situazione di crisi grave – spiega Mazou Ibrahim Toure, un abitante di Kidal – e MINUSMA ne è responsabile. Pur con tutte le sue forze e i suoi mezzi, MINUSMA non ha creato nuovi pozzi per aiutare la popolazione. Non fanno niente. Finora non hanno fatto niente.”
La coalizione respinge le critiche. Christophe Sivillon dichiara: “Le accuse che sentiamo su MINUSMA come causa di tutti i problemi e di quelli relativi all’acqua in particolare vengono mosse troppo in fretta. Siamo in una situazione in cui il governo del Mali non c‘è. Il 50% dei consumatori d’acqua, una gran parte della popolazione di Kidal se n‘è andata, quindi non penso che MINUSMA stia rubando l’acqua di Kidal.”
Il punto di approvvigionamento più vicino alla città dista 10 chilometri. I conducenti dei camion cisterna escono alle 5 del mattino per raggiungere i pozzi per primi. Ai residenti l’acqua arriva a costare anche più di 6 euro al barile.
La siccità è tra le cause della cronica carestia che rischia di destabilizzare ulteriormente la regione.