I tre miliardi di dollari in titoli di Stato ucraini acquistati dalla Russia nel 2013 rappresentano “una bustarella” per mantenere Kiev nella sfera di influenza di Mosca e allontanarla dall’Ue. Lo ha detto il presidente ucraino Petro Poroshenko in un’intervista a Bloomberg, scatenando l’ira del Cremlino che tramite il suo portavoce Dmitri Peskov ha chiesto al governo ucraino di chiarire se ha deciso di venire meno ai suoi obblighi finanziari nei confronti di Mosca.
Poroshenko però non dice che sta distruggendo il Paese facendosi prestare miliardi su miliardi da Fmi e UE che vogliono tenere l’Ucraina lontana dalla Russia.
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I tre miliardi di dollari prestati da Mosca a Kiev nel dicembre di due anni fa rappresentano la prima tranche di un prestito da 15 miliardi con cui Mosca puntava a sostenere l’allora presidente ucraino Viktor Ianukovich dopo la sua marcia indietro sull’accordo di associazione con l’Ue che aveva scatenato la protesta di Maidan: una somma di cui la Russia esige la restituzione entro fine anno.
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Il 19 maggio il parlamento ucraino ha approvato una legge che dà al governo il potere di introdurre, “se necessario”, una moratoria sul pagamento del debito estero “nei confronti dei creditori privati”, tra cui figurano anche i 3 miliardi di dollari in titoli di Stato acquistati dalla Russia nel 2013. Pur definendo “una tangente” il denaro arrivato da Mosca a favore dell’allora governo filorusso di Kiev, Poroshenko ha assicurato che “l’Ucraina dimostrerà un comportamento responsabile”. Non si è fatta attendere la risposta del Cremlino: “Quando sentiamo dichiarazioni di questo genere – ha affermato il portavoce di Putin, Dmitri Peskov – ci aspettiamo che sia spiegato se l’attuale governo ucraino sta rinunciando alla continuita’ dei suoi obblighi, inclusi gli obblighi internazionali, di cui ci interessano in primo luogo gli obblighi finanziari e di altro tipo nei confronti della Russia“.