Di Claudia Zuffi
“Mara Salvatrucha” è il nome del gruppo e l’invocazione che ha spinto gli sciagurati a compiere l’ignobile azione che a Milano che costata un braccio ad un controllore in servizio. Questo gruppo, composto da immigrati salvadoregni che, in nome della loro farneticante “cultura” – che secondo l’opinione dell’onorevole signora Boldrini dovrebbe arricchire le nostre usanze attraverso scambi e confronti – si è palesata attraverso un nuovo fanatismo, diverso da quello a cui eravamo abituati, e per questo avevamo molto sottovalutato.
Milano: Sgominata gang di ‘latinos’, iniziazione con stupri e pestaggi
L’acronimo di questo gruppo è “ms13” il numero varia a seconda dei delitti che gli adepti compiono. Ci sono requisiti deliranti per farne parte, occorre aver passato diversi anni in prigione, aver commesso ” sacrifici umani” e inoltre bisogna essere spietati verso il dolore altrui. Questi sono immigrati che delinquono, non sanno cosa sia l’integrazione e nemmeno vogliono saperlo.
Milano, gang di latinos: «A caccia con il machete. Stiamo avvolgendo la Lombardia in un inferno»
Privi di empatia e devoti solo al male (che per loro prende il nome di Satana, seppur non sia il satana cristiano quello a cui loro fanno riferimento) hanno trovato la loro dimensione nel nostro paese da decine di anni. Nel silenzio più assoluto delle nostre istituzione.
Queste sette, perché di sette si tratta, agiscono secondo gli usi locali dei loro paesi d’origine latino americani. Diversi sono gli spunti di questo credo: dai credo autoctoni amerindi, da quelli africani che si fondono nel wodoo e nella santeria. Un concentrato etnico condito con follia e dedito al satanismo cristiano.
Nell’Europa delle sette, della massoneria che si estende a sospettabilissimi capi di stato (che molti rifiutano di vedere, nonostante il bel scenario che propongono, fortemente iconografico), scenario peraltro non inedito; basti pensare a quello appartenente ad un passato nemmeno troppo remoto, imposto da generale Duvalier, proprio a Haiti. Lo spietato dittatore si serviva della superstizione e delle credenze locali per tenere prigioniera la popolazione con minacce di trasformazioni in creature come gli zombies, per mezzo di sostanze psicotrope, torture ecc. La più grande prigione a cielo aperto che possa esistere: quella del controllo mentale.
Questo fenomeno che si è rivelato tra la popolazione immigrata latino americana è solamente l’ennesima sfaccettatura della mancata integrazione. Trova terreno fertilissimo in un clima creato ad hoc da potenti che vogliono farci vivere nel terrore, tra guerre di poveri. Piena strategia del terrore. Terreno fertile per visionari che altro non aspettano per poter demandare le responsabilità, per far passare decreti su decreti volti a toglierci denaro, speranza e libertà.
E’ un imperativo assoluto, conoscere e combattere ogni fenomeno antropologico parallelo, non bollarlo come semplice atto delinquenziale. La conoscenza, non ci potrà rendere liberi stavolta. Il cammino è ben più lungo e tortuoso. Ma forse ci aiuterà a comprendere e a difenderci, non da ciò che non esiste, che non è tangibile, ma dalla mano fanatica che commette l’atto per conto di qualche demone che non abita solo nella sua mente.