Radicali: necessario istituire la tomba del migrante ignoto

 

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foto facebook Associazione radicale Adelaide Aglietta

L’ultima dei radicali: paragonano i nostri caduti per la Patria ai clandestini che invece fuggono dalla patria per accomodarsi in Europa (dove trovano il lavoro già fatto con il sangue versato dai nostri soldati).

Farlo come si fece nel 1920 per i caduti della Grande Guerra. Istituire la tomba del “migrante ignoto” a futura memoria di una delle “grandi tragedie del nostro tempo”: questa la proposta rivolta al governo italiano dall’associazione radicale Adelaide Aglietta in occasione della festa del 2 giugno.

“Crediamo – dicono Marco del Ciello, Silvja Manzi e Igor Boni – che sia necessario costruire una tomba del Migrante ignoto che, così come si fece nel 1920 per i caduti della Grande Guerra, contenga una delle tante salme rimaste senza nome”.

Gia, peccato che i caduti della Grande Guerra caddero appunto per la patria, NON FUGGIRONO IN CERCA DI COMODITA’, (magari in hotel con wifi e TV satellitare) su strade spianate da altri.

NEL VIDEO L’ASSOCIAZIONE Adelaide Aglietta CONTRO LE SENTINELLE IN PIEDI

 

Immigrazione: degradare la Patria da madre degli Italiani a matrigna delle orde straniere

 

UNA RIFLESSIONE SUI RADICALI SI IMPONE

Leggendo nel pregevole lavoro di Giorgio dell’Arti per il Corriere della Sera la biografia della radicale Bonino leggiamo:<<Nel 1976, in un’intervista rilasciata a Neera Fallaci per Oggi, descrisse il modo in cui diceva di aver praticato 10141 aborti clandestini: “Prima di tutto, occorre un vaso, ermeticamente chiuso, dove si crea il vuoto e dove finisce il contenuto dell’utero che viene aspirato con la cannula. Io uso un barattolo da un chilo che aveva contenuto marmellata. Il barattolo viene chiuso con un tappo di gomma che ha tre fori” (…) Alle donne non importa nulla che io non usi un vaso acquistato in un negozio di sanitari: anzi, è un buon motivo per farsi quattro risate”>>.

Figuriamoci quindi una che si faceva quattro risate seppellendo i non nati italiani nei barattoli della marmellata quanta sincera sensibilitá umanitaria puó provare per i “profughi”

 

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