Solo l’Uomo libero è degno della Patria: preparatevi a lottare

ITALIA3

di ERNESTO MICETICH

Cento anni son passati da quando il Piave contemplava con divina ammirazione il tacito passaggio dei nostri eroici fanti che s’incamminavano per affrontare in nome dell’italianitá delle terre irredente il formidabile esercito austro-ungarico in cruente battaglie sostenute con indomita fierezza guerriera e una purpurea benedizione s’innalzava dalle sue sacre onde aspergendo i cuori dei valorosi con un sublime presagio di vittoria mormorato dalle acque e scritto nel libro della storia dal glorioso sangue dei nostri soldati echeggiando nel tempo tra le italiche generazioni quale ieratica parola d’ordine d’igneo patriottismo… <<non passa lo straniero!>>.

Un secolo appena e adesso lo straniero non solo passa e si accampa spadroneggiando con una miserabile prepotenza peggiore di quella del nemico di allora che dopo la disfatta di Caporetto <<voleva sfogar tutte le sue brame>> e ci obbliga a sopportare il fastidio della sua sgradevole diversitá in confronto alla quale diventa insignificante perfino il ricordo di quella subita nel passato con gli occupanti asburgici visto che per quanto stranieri erano pur sempre europei come noi[1] ma mandiamo perfino le navi militari, quelle che dovrebbero difendere la nostra sovranitá nazionale e che invece sono diventate turpi complici dell’invasione della Patria, a raccattarli in mare con la scusa dell’intervento umanitario, per evitare che queste bocche perennemente fameliche e mendicanti che sfamiamo ingiustamente al posto dei nostri poveri, questi presunti “profughi” affoghino in mare e non possano quindi essere un peso parassitario (e non solo) per il nostro sistema sociale.

E neanche questa santa data del 24 maggio che ogni vero italiano custodisce nell’ara del proprio cuore avvolta nel candido manto di un puro ricordo bagnato di lacrimosi palpiti di somma commozione é stata risparmiata dall’immondo cicaleccio della turpe genia politica di questa abietta societá “italiana” ma é stata inopportunamente deturpata dalla solita vomitevole dichiarazione a favore dell’invasione della Patria che é sgorgata come un purulento bubbone putrescente di atra infezione sul volto di una bella donna usando questa volta la voce della Bonino[2], ovvero la stessa che seppellí nei barattoli di marmellata tante stille preziose di vita italiana impedendole di  nascere[3] per ripetere la solita litania ipnotica composta di pochi concetti logicamente stonati, una squallida strimpellata di idiozie sull’ineluttabilitá dell’invasione immigratoria (una cretinata balorda come ci dimostra la Spagna che li respinge anche con le maniere forti[4]e la stessa Malta che a rigor di logica dovrebbe esserne sommersa se fosse veramente impossibile fermarli e che invece si salva benissimo dall’alluvione “afro” respingendo senza tanti problemi le funeste navi con il loro pessimo carico di problematico carname affamato e prepotente[5]) ma con una variazione inquietante.

Visto che ormai la favoletta dei poveretti che fuggono dalla guerra non regge piú di tanto perché é abbastanza chiaro che arrivano soprattutto da paesi che non ne registrano (invece stranamente di libici veri e propri non se ne vedono affatto.

Immigrazione: degradare la Patria da madre degli Italiani a matrigna delle orde straniere

 

Pensate un momento che giochetto perverso stanno facendo sulla pelle dei nostri popoli. Il conflitto armato é in Libia o almeno cosí affermano anche se secondo me meno di quanto ci vogliano far credere, eppure arrivano senegalesi, ghanesi, eritrei… insomma un diluvio di etnie dell’Africa nera, mentre quelli che dovrebbero essere gli unici a dover arrivare a pieno diritto, rimangono nella loro devastata nazione e non vengono ricordati nemmeno in questa dichiarazione della Bonino) allora ecco che spunta, un nuovo concetto alquanto pericoloso anche se per il momento solamente accennato <<Le persone vengono via dalla dittatura eritrea>> con il quale probabilmente in un prossimo futuro giustificheranno nuove fiumane di stranieri affermando che ogni paese governato da un regime dittatoriale puó tranquillamente scaricare le sue popolazioni da noi… e continua elencando altre provenienze <<dalla Somalia>> i cui scontri tribali si protraggono da parecchi decenni (almeno dal 1991, dalla deposizione di Siyad Barre) senza che si sia mai sentito per questa ragione in passato il bisogno di riempirci con valanghe di somali <<dalla Siria>> la cui accoglienza effettivamente é piú comprensibile visto come i delinquenti dei poteri occulti hanno devastato il loro prospero paese, ma non di certo a prezzo del nostro benessere che deve avere sempre la precedenza su qualunque considerazione d’indole genericamente umanitaria e prosegue sperando di convincerci a rassegnarci all’ineluttabilitá dell’invasione immigratoria, di farci credere che sia impossibile fermare questa sconcia politica di distruttivo ripopolamento della nostra Italia affermando in modo apodittico, senza fornire nessuna spiegazione (almeno da quanto leggo negli articoli che riportano le sue parole), neanche fosse un vaticinio proferito da chissá che ispirazione divina e da accogliere quale dogma rivelato che <<É illusorio pensare che li blocchiamo lì, buttiamo la chiave e ce ne andiamo>>. E perché illusorio? Perché lo dice lei? Sarebbe invece la migliore delle soluzioni e inoltre cosí poco insensata che é stata propugnata anche dal ministro degli interni inglese Theresa May (Il Giornale 14 maggio 2015 “La lezione di Londra all’Italia “<<Non vogliamo altri profughi>>”) che ha dichiarato chiaro e tondo che <<Le persone raccolte nel Mediterraneo vanno riportate in Africa>> e che inoltre é proprio ció che milioni di italiani che non ne possono piú di dover convivere con questi fastidiosi allogeni vorrebbero, a parte ovviamente i papponi dell’accoglienza (ricordiamo i versi del Giusti quelli che non provano ribrezzo non perché veramente convinti delle fole umanitarie come i mentecatti citrulli in buona fede, ma perché <<in grazia dell’impiego>>, cioé ci guadagnano) e qualche imbecille sul serio instupidito dal ciarpame retorico del buonismo melenso e funesto all’Italia che rischia di fare la fine del povero campanile della favola di Leonardo da Vinci. Che gli é successo? Ecco, leggete voi stessi questo scritto che rappresenta in pieno la nostra situazione attuale e il bellissimo insegnamento che ci offre, cioé di stare attenti perché ad essere troppo buoni si puó fare una brutta fine…

<<Trovandosi la noce essere dalla cornacchia portata sopra un alto campanile, e per una fessura, dove cadde, fu liberata dal mortale suo becco, pregò esso muro, per quella grazia che Dio li aveva dato dell’essere tanto eminente e magno e ricco di sì belle campane e di tanto onorevole sono, che la dovessi soccorrere; perché, poi che la non era potuta cadere sotto i verdi rami del suo vecchio padre, e essere nella grassa terra, ricoperta delle sue cadenti foglie, che non la volessi lui abbandonare: imperò ch’ella, trovandosi nel fiero becco della cornacchia, ch’ella si botò, che, scampando da essa, voleva finire la vita sua ‘n un picciolo buso. Alle quali parole, il muro, mosso a compassione, fu contento ricettarla nel loco ov’era caduta. E in fra poco tempo, la noce cominciò aprirsi, e mettere le radici infra le fessure delle pietre, e quelle allargare, e gittare i rami fori della sua caverna; e quegli in brieve levati sopra lo edifizio e ingrossate le ritorte radici, cominciò aprire i muri e cacciare le antiche pietre de’ loro vecchi lochi. Allora il muro tardi e indarno pianse la cagione del suo danno, e, in brieve aperto, rovinò gran parte delle sua membre.>>. E dopo questo lungimirante racconto di Leonardo da Vinci, torniamo pure a sporcare le nostre anime accogliendo nelle nostre coscienze il chiacchierume esalato dalla casta politica…da questa putrida melassa di feccia umanoide…

<<E’ un problema strutturale – ha aggiunto è meglio che la smettiamo con questa isteria e proviamo a capire che la zona sud del Mediterraneo è in fiamme>>. Altro che isteria! Proprio lei (la Bonino, ndr) che ha dichiarato due anni fa che per il 2050 (una data meno lontana di quanto possa sembrare) l’Europa avrá bisogno di essere sommersa da ben 50 milioni di immigrati, anzi <<Le cifre più prudenti dicono che l’Europa avrà bisogno di 50 milioni di immigrati entro il 2050>> quindi figuriamoci quelle non prudenti (Imola Oggi 20 maggio 2013) vorrebbe invitarci alla calma? Ma pensa veramente che tutti gli italiani siano dei debosciati disposti ad assistere passivamente alla distruzione di questa nostra eccelsa civiltá millenaria?

E poi ancora <<la zona sud del Mediterraneo é in fiamme>> e allora? Questo popolo italiano che si estingue e piange i suoi morti che si suicidano sepolti in un presente di privazioni e angustie economiche forse sta bene?

Esca dal guscio della sua torre d’avorio e guardi il dramma degli italiani dei quali <<piu’ di 9 milioni di persone sono in difficolta’ e questo vuol dire che spenderanno meno, tireranno la cinghia per cercare di arrivare a fine mese>> (Imola Oggi 22 giugno 2014 fonte AGI) e degli europei tutti travalicando i sacri limiti della nostra nazione e figgendo lo sguardo  sul desolante panorama creato dalla criminale e affamatrice masnada di Bruxelles <<Un nuovo rapporto compilato da un centro studi irlandese, Social Justice Ireland, per la Caritas Europa, documenta la devastazione sociale provocata della politica di austerità imposta dall’Unione Europea dal 2007.

Un cittadino su quattro nell’UE, 123 milioni di cittadini, è attualmente sulla soglia della povertà, mentre quasi un quarto dei giovani economicamente attivi non hanno un posto di lavoro. Questi dati risalgono alla fine del 2013, e da allora la situazione è peggiorata drammaticamente.>> (Imola Oggi 19 marzo 2015  “Arrivano dati impressionanti sulla povertà nella UE”) e poi vada nei cimiteri a inginoccharsi di fronte alle centinaia di tombe dei nostri compatrioti che, abbandonati da questo empio stato (sempre in minuscolo!) che sa piagnucolare solo per i drammi degli stranieri, sono stati costretti a trovare rifugio e pace nella morte.

Altro che isteria! Quando finirá la passiva pazienza di questo oltraggiato popolo italiano che una masnada verminosa di ignobili politicanti indegnamente governa e affama per alimentare la porcilaia dei loro spregevoli leccapiedi e i parassitari armenti stranieri, quando i nostri disperati capiranno finalmente che ammazzare é meglio che ammazzarsi e il santo nome d’Italia tornerá a splendere di sdegnoso patriottismo bellicoso nei cuori dei veri italiani allora non sará il sud del Mediterraneo ad essere in fiamme, Bonino, ma questa nostra divina Italia che degli esseracci ignobili hanno turpemente avvilito riducendola a un misero zerbino sporco di orme barbare ed un’ignescente catarsi rivoluzionaria scriverá la parola “fine” a questo atroce e criminale disegno e l’Italia tornerá ad essere nostra.

Invocava con eccellente grazia poetica Carducci <<a quelle polve eroica fremente, / a questa luce angelica esultante, / rendi la patria, Dio, rendi l’Italia / a gli italiani.>>; noi invece ce la riprenderemo da soli, liberandoci anche della zavorra del melenso buonismo evangelico sputato contro la nostra dignitá di popolo dallo scellerato pretume castratore dei nostri virili istinti guerrieri e che, complice dei nostri nemici, ci avviluppa nella vergognosa passivitá di una vile inerzia e incendiando i nostri cuori con questi supremi versi dannunziani <<O Galileo, / men vali tu che nel dantesco fuoco / il piloto re d’Itaca Odisseo. // Troppo il tuo verbo al paragone è fioco / e debile il tuo gesto. Eccita i forti / quei che forò la gola al molle proco>> combatteremo contro gli assassini della nostra Patria rinnovellando con vigorosa fierezza marziale quel valore che scorre nel nostro sangue e che fu dei nostri preclari Padri che sul Piave fermarono un invasore che a conti fatti era migliore di quello attuale. E se quello straniero non é passato… questo che per colpa delle Tarpee di governo é passato ed infesta la nostra nazione lo cacceremo rivivendo la sublime esortazione scritta da Luigi Mercantini nel suo Inno di Garibaldi <<Va’ fuori d’Italia! va’ fuori ch’è l’ora! / Va’ fuori d’Italia! va’ fuori, stranier!>>.

In fondo non lo dico io ma Thomas Jefferson, un personaggio che gode di molto rispetto negli ambientini umanitari che <<L’albero della libertà deve essere annaffiato di tanto in tanto  dal sangue dei patrioti e dei tiranni. É il suo concime naturale>>. E noi ci libereremo di questo dispotismo genocida al costo che sia necessario, anche se ció significasse l’avverarsi di ció che Enoch Powell predisse nel suo famoso discorso a proposito dell’unico sbocco possibile di questa vomitevole follia immigrazionista <<Se guardo avanti, sono colmo di presagi. Come i Romani mi pare di vedere il fiume Tevere schiumare di sangue in abbondanza>>.



[1] Pensiamo ad esempio al sentimento di fratellanza che pervase seppur per un momento il cuore del Giusti e dissolse nel nulla la sua lodevole e patriottica avversione per quei soldati invasori della Patria nei quali si imbatté una mattina nella basilica di sant’Ambrogio… <<Entro, e ti trovo un pieno di soldati, / di que’ soldati settentrionali, / come sarebbe Boemi e Croati, / messi qui nella vigna a far da pali: / difatto se ne stavano impalati, / come sogliono in faccia a’ generali, / co’ baffi di capecchio e con que’ musi, / davanti a Dio, diritti come fusi. / Mi tenni indietro, ché, piovuto in mezzo / di quella maramaglia, io non lo nego / d’aver provato un senso di ribrezzo, / che lei non prova in grazia dell’impiego. (…) Ma, in quella che s’appresta il sacerdote / a consacrar la mistica vivanda, / di sùbita dolcezza mi percuote / su, di verso l’altare, un suon di banda./ Dalle trombe di guerra uscian le note / come di voce che si raccomanda, / d’una gente che gema in duri stenti / e de’ perduti beni si rammenti. / Era un coro del Verdi; il coro a Dio / là de’ Lombardi miseri, assetati; / quello: “O Signore, dal tetto natio”, / che tanti petti ha scossi e inebriati. / Qui cominciai a non esser più io / e come se que’ còsi doventati / fossero gente della nostra gente, / entrai nel branco involontariamente. / Che vuol ella, Eccellenza, il pezzo è bello, / poi nostro, e poi suonato come va; / e coll’arte di mezzo, e col cervello / dato all’arte, l’ubbie si buttan là. / Ma, cessato che fu, dentro, bel bello, / lo ritornava a star come la sa; / quand’eccoti, per farmi un altro tiro, / da quelle bocche che parean di ghiro, / un cantico tedesco, lento lento / per l’aer sacro a Dio mosse le penne; / era preghiera, e mi parea lamento, / d’un suono grave, flebile, solenne, / tal, che sempre nell’anima lo sento: / e mi stupisco che in quelle cotenne, / in que’ fantocci esotici di legno, / potesse l’armonia fino a quel segno. / Sentia, nell’inno, la dolcezza amara / de’ canti uditi da fanciullo; il core / che da voce domestica gl’impara, / ce li ripete i giorni del dolore: / un pensier mesto della madre cara…>>.

Da notare in questa poesia, nascosta in un dettaglio che magari fugge nella distrazione di una frettolosa lettura superficiale, la presenza di quel tipo umano abietto e schifoso che tanto abbonda ai nostri giorni. Il rinnegato maledetto che non sente il ribrezzo per lo straniero immondo che calpesta la nostra terra in quanto reso insensibile dall’interesse personale <<di quella maramaglia, io non lo nego / d’aver provato un senso di ribrezzo, / che lei non prova in grazia dell’impiego.>>. Pensiamo a quanti degenerati traditori della Patria anche oggi esaltano l’illusoria bellezza della societá guazzabugliata e difedono a spada tratta la presenza di questa disastrosa allogenia motivati solo dall’impiego, dal tornaconto privato, dal desiderio di innaffiare con le menzogne che uccidono il nostro popolo il loro orticello, il loro meschino “particulare”. Un carognume sciagurato che infesta la nostra nazione e riguardo al quale se un giorno una rivoluzione patriottica dovesse, speriamo, guidare nuovamente la nostra Italia verso un cammino di splendida gloria il futuro governo veramente italiano dovrá procedere per il bene comune, ricorrendo all’implacabile rigore del patibolo.

[2] Tutti questi politici e servi del sistema loro leccapiedi non sono che marionette mosse dai veri detentori del potere, ovvero per intenderci quelli che ci hanno rifilato Monti calpestando con sfacciata prepotenza la nostra sovranitá nazionale e le loro dichiarazioni immigrazioniste non sono che ritornelli idioti, sempre gli stessi, che ripetono in modo meccanico, come dei registratori o pappagalletti di servile idiozia traditrice. Non sono persone, individui… solo pozzanghere di squallore subumano indegne di qualunque rispetto e considerazione. Come scriveva con fiammeggiante ardore polemico José Ingenieros, eccelso ingegno argentino anche se, alla faccia dei mentecatti dello ius soli era nato a Palermo <<solo l’uomo libero e degno può avere una Patria>> (El hombre mediocre), questi che la rinnegano e coscientemente la uccidono quindi che cosa possono essere? Delle cose di carne umana e basta!

[3] Scrive Marcello Veneziani per il Giornale del 17 aprile 2013 “La candidatura abortita” <<Serpeggia con forti sponsor la candidatura di Emma Bonino al Quirinale. Sappiano lorsignori che si oppongono alla sua elezione 10.141 bambini mai nati, che la Bonino ha direttamente aiutato ad abortire>> <<Sorvolo pure sulla sua petulanza e la sua intolleranza, lei libertaria, verso chi non la pensa come lei: ne ho anche un ricordo personale, quando con Pannella rifiutò un dialogo in tv perché avevo pubblicato le sue foto mentre praticava gli aborti con la pompa della bicicletta. C’è ora un libro-dossier di un ex radicale, Daniele Quinto, dedicato a Emma Bonino dagli aborti al Quirinale? (ed. Fede e Cultura) che ne fa la storia.>>. E questo raccapricciante e oscuro momento del suo passato é reso ancor piú tenebroso da un altro orrendo dettaglio che secondo me trasforma la luce della sua popolaritá in una spaventevole ragnatela di sinistri bagliori infernali. Leggendo nel pregevole lavoro di Giorgio dell’Arti per il Corriere della Sera la sua biografia <<Nel 1976, in un’intervista rilasciata a Neera Fallaci per Oggi, descrisse il modo in cui diceva di aver praticato 10141 aborti clandestini: “Prima di tutto, occorre un vaso, ermeticamente chiuso, dove si crea il vuoto e dove finisce il contenuto dell’utero che viene aspirato con la cannula. Io uso un barattolo da un chilo che aveva contenuto marmellata. Il barattolo viene chiuso con un tappo di gomma che ha tre fori” (…) Alle donne non importa nulla che io non usi un vaso acquistato in un negozio di sanitari: anzi, è un buon motivo per farsi quattro risate”>>.

Figuriamoci quindi una che si faceva quattro risate seppellendo i non nati italiani nei barattoli della marmellata quanta sincera sensibilitá umanitaria puó provare per i “profughi”.

bonino

[4] E forti sul serio… Guardate che differenza tra un governo di politici seri e decenti intenzionati a difendere veramente il benessere del popolo (gli spagnoli) e l’escrementizio ammasso di smidollate vescicucce nostrane <<In Italia come in Spagna, numeri che fanno paura. Fonti delle Intelligence di Spagna, Marocco e Mauritania hanno riferito al ministro dell’Interno spagnolo, Jorge Fernandez Daz, che vi sarebbero 80mila immigrati che dal Marocco e dalla Mauritania pronti a entrare in Europa attraverso Ceuta e Melilla. E proprio da lì, dall’enclave di Melilla il primo maggio, in ottocento hanno tentato di saltare le reti. Ci sono stati scontri durissimi con la Guardia Civil, diciotto i feriti. Molti gli arresti. In Spagna come in Italia è emergenza immigrati. A cambiare però sono le reazioni. In Italia i respingimenti non violenti ci sono costati la condanna a multe salate da parte dell’Europa. In Spagna invece regna la mano dura e violenta.

La Guardia Civil reagisce e risponde agli assalti sparando proiettili di gomma, e gas al peperoncino. Immediate le denunce delle organizzazioni non governative contro l’uso della forza. Il governo non solo rimbalza le critiche ma fa di più: difende le scelte. Il ministro dell’Interno ha rivendicato l’uso del gas al peperoncino, i proiettili di gomma. Il delegato del governo di Melilla gli fa eco e parla dell’«aggressività dei clandestini». La Spagna non è l’Italia e i muri di contenimento vengono difesi con la forza. Assalti e respingimenti brutali. Barriere, proiettili di gomma, gas lacrimogeni.>> (Il Giornale 4 maggio 2014 Manila Alfano “La Spagna ha mano libera: gas urticante sui profughi”)

[5]  Una notizia per il sito palesemente immigrazionista”Melting Pot” del professor Fulvio Vassallo Paleologo ci informa che “Malta respinge una nave militare italiana carica di profughi” <<Si apprende da un breve comunicato in tedesco dell’Agenzia Reuters, emesso alle ore 15,39 di lunedì 16 marzo, che il governo maltese ha respinto al di fuori delle proprie acque territoriali una nave della Marina Militare italiana che intendeva attraccare nel porto della Valletta per “scaricare” 65 naufraghi che erano stati soccorsi 40 miglia a sud di Lampedusa, in acque internazionali, che però, secondo quanto ritengono da tempo le autorità italiane, rientrerebbero nella zona di soccorso marittimo (SAR) assegnata alle autorità maltesi.>>. E a dimostrazione che questi africani ben lungi dall’essere una risorsa umana sono solo una rogna che i popoli europei subiscono malvolentieri leggiamo quale fu la causa della dura decisione delle autoritá maltesi <<L’agenzia riferisce pure che il governo maltese avrebbe preso questa decisione perché “sotto pressione” da parte dell’opinione pubblica locale, dopo che, per effetto delle nuove politiche di internamento praticate dal governo italiano sull’isola di Lampedusa, il numero dei migranti giunti a Malta era aumentato rispetto allo scorso anno.>>. Detto chiaramente quindi i maltesi non li vogliono (come nessuna persona dotata di buon senso in fondo). Inoltre, mentre noi italiani siamo in mano a degli ominidi ripugnanti senza dignitá patriottica e privi di un seppur minimo senso dello stato che li spinga a perseguire l’interesse nazionale e dobbiamo vedere la nostra Patria ridotta a una discarica di africani e sopportare che tutte le navi del mondo vengano a contaminare la nostra Italia con questa lebbra allogena, perfino dall’algida e remota Islanda (Imola Oggi 6 maggio 2015 “328 clandestini sbarcano a Messina con un pattugliatore islandese”) i maltesi invece hanno subito puntato i piedi e fatto osservare <<che, in base al diritto internazionale generalmente riconosciuto, la responsabilità del soccorso spettava alla marina italiana, e che questa sarebbe stata obbligata a trasferire i migranti nell’isola di Lampedusa>>.

Invece noi ce li prendiamo tutti, siamo gli unici che addirittura mandano le navi a un passo dall’Africa per essere sicuri che non se ne perda nemmeno uno, che arrivino tutti a mangiare a sbafo a casa nostra…