Renzi: spenderemo 15 mln di euro per recuperere il barcone e mostrare le vittime all’Europa

 

L’Italia recupererà il barcone di migranti affondato ad aprile nel canale di Sicilia (in realtà è affondato davanti alle coste libiche). Lo ha detto il premier Matteo Renzi durante la registrazione di Porta a porta: “Noi siamo umani, lì ci sono 500-600 persone, bambini, morti in questo modo. Io penso sia giusto che l’Italia porti con sè i secoli di civiltà che ha. Andremo a recuperare quel barcone, costerà 15 milioni di euro circa, spero li paghi l’Europa, sennò li pagheremo noi”.

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“E’ necessario che le persone vedano – ha aggiunto – non possibile il motto ‘occhio che non vede, cuore che non duole’. Andremo a prendere quel barcone, lo tireremo su, ci metteremo 4 mesi, voglio che tutto il mondo veda quello che è successo”.

Sul tema dell’immigrazione “si gioca la credibilità dell’Europa”, ha aggiunto Renzi. “Ho imparato che i meccanismi dell’Europa sono più complicati ancora di quelli della politica italiana. Abbiamo un mese di tempo per capire se questo accordo è serio o è fuffa”. “Quello però che dobbiamo fare – ha aggiunto il premier – è uscire, come italiani, dalla sindrome Calimero, ovvero pensare che l’Europa è un posto dove ci danno le lezioni. Noi siamo uno dei paesi fondatori, su questo tema stiamo giocando un ruolo di leadership forte, i giornali anglosassoni sono tutti nella stessa direzione, non possiamo lasciare l’Italia da sola”.

“Noi siamo l’Italia – ha concluso Renzi – quando andiamo in Europa non stiamo giocando in trasferta, ma in casa nostra. Non ci si va con il cappello in mano, ci si fa sentire. vorrei ci fosse un pochino più di umanità in Europa. Questa cosa che stanno attenti allo spread e non alle persone che muoiono mi innervosisce un po. L’Europa dovrà dire una parola chiara, è inutile che mi mandi una nave e poi mi lasci gli immigrati a Pozzallo, su questo non ci staremo”.

Quanto alla situazione in Libia Renzi ha chiarito: “E’ escluso un intervento militare in Libia”. Invece, sull’ipotesi di bombardare i barconi che partono da quel paese, il premier ha spiegato: “L’ipotesi c’è, va giuridicamente regolata ma non è la soluzione di tutto”. Secondo Renzi infatti ci sono altre condizioni da realizzare, innanzitutto “la comunità internazionale non può far finta di niente”, in secondo luogo bisogna agire sui paesi dai quali provengono ossia dall’Africa. “L’Italia deve investire di più in Africa, ci sono paesi che crescono di più dell’estremo Oriente”. Infine il premier ha ribadito che in Libia c’è una situazione “complicata, il paese è diviso per bande e il governo eletto controlla solo una parte del territorio, perciò io non mando le truppe italiane a farsi sgozzare. Diverso è per gli scafisti, su cui siamo pronti a intervenire, ma bisogna agire anche alla frontiera sud della Libia mettendo dei campi lì”.